Dopo quasi sette ore di cammino nel cuore di Bilbao sono tornato alla mia provvisoria dimora. Sono stanco, tanto da essermi gettato con violenza sul letto, per poi svegliarmi e restare immobile a ragionare sul da farsi. Ho deciso di alzarmi quando un gentleman è passato sotto la mia finestra ruttando in stile vulcanico. L'ho inteso come una sorta di sveglia.
E' praticamente il mio ultimo giorno di vacanza, visto che domani sarò in treno per nove ore e in aeroposto per il resto della notte, in attesa di salire sul volo Barcellona-Milano del primo mattino di venerdì. Anche Bilbao, come San Sebastian, non è passata inosservata. Fra il tragitto per il Guggenheim, quello per il San Mamès e la passeggiata di ritorno alla Residencia, ho attraversato tutta la parte Nord della città. Qualcosa mi dice che questo sarà il mio ultimo scorcio di Spagna per alcuni anni a venire. L'anno prossimo la mia meta dovrebbe essere diversa, dopo tre estati tra Catalogna, Andalusìa, Paesi Baschi e una parentesi portoghese.
In realtà da qui a un anno può accadere di tutto. Anche che io decida di cambiare definitivamente domicilio e nazione. Per adesso torno a casa e al lavoro, speranzoso che la stagione sia prodiga di consigli e avvenimenti in grado di potermi indirizzare verso l'orizzonte che più prediligo, l'unico in grado di cambiare la linea della vita che le zingare leggono sulla mano: la felicità.
Il diario spagnolo numero 3 finisce qui. Ringrazio i miei venticinque lettori.
Magari (sorrido...).
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2 commenti:
Grazie a te Todo. Leggerti è sempre un piacere.
ciao caro to!!! anche noi domani partiremo per l´´ultima tappa svedese,la terra natia di ibra! quindi a presto...un abbraccio s&t
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