Lui fa politiche di sinistra

da Repubblica.it

Manovra, norma "anti-precari"
cade l'obbligo del reintegro

ROMA - La condizione di precario del lavoro, potrebbe diventare ancora più dura, in alcuni casi eterna. Secondo fonti dell'agenzia Agi, nella manovra economica al vaglio del Senato, sarebbe stato inserito un emendamento per impedire al giudice la possibilità di obbligare un datore di lavoro a stabilizzare un dipendente irregolare. La norma, approvata dalla Commissione Bilancio della Camera e recepita nel maxiemendamento, si applicherà anche ai contenziosi in corso.

Finora il giudice, che riscontrava irregolarità sul ricorso ad uno o più contratti a termine, poteva obbligare il datore di lavoro a riammettere in servizio il lavoratore con un contratto a tempo indeterminato. Se passerà la nuova legge, il giudice dovrà limitarsi ad applicare all'azienda una sanzione di entità variabile tra le 2,5 e le 6 mensilità (la stessa prevista per le imprese al di sotto dei 15 dipendenti). Il datore di lavoro potrà effettuare una serie pressoché infinita di contratti a termine rischiando al massimo una sanzione di importo pari a sei mensilità.
(26 luglio 2008)

Negativi di un'estate


Un anno fa, circa. La cittadina si chiama Lagos, omonima della capitale nigeriana che conosco attraverso Martins, più che per le mie conoscenze geografiche. La diapositiva mi ritrae nell'internet point al top della mia hit parade mondiale, pari merito con quello di Nizza. In un eventuale ballottaggio Lagos vincerebbe il trofeo solo grazie alla piccola cameriera che mi ha servito in quei due giorni. Come i più attenti tra voi avranno notato (tra i miei lettori figurano un regista con esperienze da operatore e un aspirante fotografo, quindi di immagini qualcuno se ne intende), la luce di sfondo è completamente bruciata, nonostante i numerosi tentativi. La dolce fanciulla mi guardava ridendo, mentre posavo la macchina fotografica sul davanzale per cercare un decente autoscatto. Alla decima volta mi sono rassegnato all'idea di avere una foto imperfetta, perché a quel punto avevo una storia da raccontare dietro l'immagine. Se le foto devono avere qualcosa da dire, questa per me ce l'ha. E' difficile trovare diapositive dei miei viaggi senza un significato, ne faccio poche ma convinto di volerle scattare.

Al prossimo viaggio...

E' la complicità del volo o è la linea del tuo culo?

(Fonte: Repubblica.it)
California, in 8mila si sono dati appuntamento a Laguna Niguel per l'evento annuale
Spalle al convoglio per mostrare il "lato B". Tutto cominciò con una scommessa
Ressa al binario, passa il treno
ci si spoglia per il Mooning Amtrak

di MARCO STEFANINI
Si sono presentati in ottomila lungo la ferrovia che costeggia la città di Laguna Niguel in California, e al passaggio dei treni hanno mostrato il loro "lato B". "Mooning Amtrak", questo il nome dell'evento (il mooning è l'atto di abbassarsi i pantaloni ed esibire il didietro, mentre la Amtrak è una compagnia ferroviaria americana), è ormai un appuntamento fisso. Una tradizione che va avanti da 29 anni. Ma questa volta si è esagerato al punto che si è reso necessario l'intervento della polizia, chiamata per mettere ordine tra i partecipanti che avevano alzato un po' troppo il gomito e finendo con lo spogliarsi completamente.

Da anni l'appuntamento con il Mooning Amtrak (il secondo sabato di luglio) attrae sempre più visitatori soprattutto dalle vicine città californiane. Grazie anche al passaparola tra i partecipanti e un sito sul quale vengono pubblicate le fotografie degli eventi passati, oltre agli orari di passaggio dei treni. In una delle sezione viene pubblicato anche una sorta di decalogo che detta le linee generali di comportamento per poter partecipare all'evento. Ad esempio non c'è l'obbligo di spogliarsi, "si può anche solo guardare". E' possibile "colorare" il proprio corpo; tutti possono prendervi parte, "anche le persone obese" e gli animali da compagnia ("ma ricordatevi di portare una ciotola con l'acqua").

L'origine del Moonimg Amtrak risale al 1979 quando il signor K.T. Smith, avventore del pub "Mugs Away Saloon", promise ai suoi amici di pagar loro da bere, nel caso in cui avessero mostrato "le spalle" ai treni che passavano nella stazione vicina. Inutile dire che molti accettarono la sfida, e da allora il Mooning Amtrak è diventato un appuntamento fisso, anche se, avvertono gli organizzatori, "non c'è più una persona disposta a pagare da bere alle migliaia di 'mooners' ". E proprio l'alcool ha provocato l'intervento della polizia e che getta un'ombra sull'appuntamento. "La gente era ormai fuori controllo - spiega un portavoce della polizia - e non si limitavano più a mostrare il didietro, ma anche altro". Sul posto sono così intervenuti oltre 50 agenti, che hanno disperso la folla, fortunatamente senza incidenti anche se una spauta pattuglia di irriducibili è tornata sul posto, alcune ore dopo, per continuare a bere e a "salutare" a modo loro i treni. Sul sito, intanto, viene già dato confermato appuntamento per il prossimo anno che coincide con una tappa importante: quella dei trent'anni. Accadrà l'11 luglio del 2009, il giorno del Mooning.

Last Goodbye



Lo ammetto: adoravo questa canzone già prima di leggerne il testo. Mi piaceva la musicalità e quelle due o tre frasi che ero riuscito a cogliere. Una volta studiati i versi non riesco a smettere di ascoltarla.

L'attacco è meraviglioso, sembra di entrare in un mondo fiabesco. Le parole arrivano presto e la scena appare ai miei occhi.

This is our last goodbye
I hate to feel the love between us die.
But it's over
Just hear this and then I'll go:
You gave me more to live for,
More than you'll ever know.


Una panchina, due giovani amanti in fase di declino. Non si abbracciano ma si tengono le mani. Una lacrima bagna il viso di lui, vorrebbe avere una frase ad effetto che non trova nel suo repertorio. Le esprime la banalità dell'amore, la difficoltà di abbandonare un ramo a cui ha appeso la sua foglia per tanto tempo.

Well, this is our last embrace,
Must I dream and always see your face?


Ho volutamente diviso in due la seconda strofa. Questi due versi non possono che stare da soli. MUST I DREAM AND ALWAYS SEE YOUR FACE? Glielo chiede: posso sognare e vedere il tuo volto... Non devo aggiungere altro.

Why can't we overcome this wall?
Baby, maybe it's just because I didn't know you at all.


Altro motivo per cui ho spezzato la strofa: qui si mette male. Lui sente di non avere più accanto la stessa persona che ha conosciuto, forse cerca di metterla in cattiva luca per ammortizzare la perdita. Ma non può fare a meno di riavvinarsi.

Kiss me, please kiss me,
But kiss me out of desire, babe, and not consolation.
Oh, you know it makes me so angry 'cause I know that in time
I'll only make you cry, this is our last goodbye.


Baciami, per favore. Il desiderio scorre, il sangue avverte l'allontanamento, le notti in bianco, la mancanza di contatto fisico e tutto ciò che il futuro non avrà più. La mente si rende conto che è finita. This is our last goodbye...

Did you say, "No, this can't happen to me"?
And did you rush to the phone to call?
Was there a voice unkind in the back of your mind saying,
"Maybe, you didn't know him at all,
you didn't know him at all,
oh, you didn't know"?

Well, the bells out in the church tower chime,
Burning clues into this heart of mine.
Thinking so hard on her soft eyes, and the memories
Offer signs that it's over, it's over.


Lei si avvicina già a un altro giorno. Io non ti conosco, non può accadere a me. Ma tu non conosci il lui a cui ti stai avvicinando. Le campane segnano la fine, nonostante i suoi soffici occhi.
E' finita. Goodbye. The last.

Incontro

Non è che certe cose mi scaldino un granché il cuore. Se togliamo la commemorazione, il corteo, le istituzioni e tutto quanto, mi sarebbe piaciuto vedere la scena...

Skàrmeta: "I poeti non muoiono mai"
L'autore del "Postino di Neruda" a San Giorgio sulla tomba di Troisi
di Antonio Tricomi

SAN GIORGIO A CREMANO - Ardente pazienza. Suona così il titolo originale del romanzo di Antonio Skàrmeta noto in Italia come "Il postino di Neruda", da cui Massimo Troisi ha tratto il suo ultimo film. E la pazienza del 67enne scrittore cileno, ospite ieri del Premio Massimo Troisi, è stata ardente per davvero: in senso proprio e non solo metaforico. Sotto un sole a picco che non lasciava scampo, con una temperatura e un tasso di umidità da record, un piccolo corteo di devoti ha seguito le tracce di un pellegrinaggio laico: la piazza dove Massimo è nato e che oggi è intitolata a lui, il suo monumento funebre e la sua tomba, il piccolo teatro dove ha mosso i primi passi.

L'imponente figura di Skàrmeta domina inevitabilmente il corteo, che si muove a metà pomeriggio da Villa Bruno. Ne fanno parte Carlo Giuffrè e i nuovi vertici del Premio Troisi: il presidente Angela Viola e il coordinatore artistico Andrea Esposito, amico d'infanzia di Massimo. Ma c´è anche un altro amico, Alfredo Cozzolino, più volte attore nei film di Troisi. E poi il sindaco Domenico Giorgiano, l'umorista Pino Imperatore e i responsabili della libreria "Vesuviolibri", partner del premio.

Prima tappa, piazza Troisi, già piazza Garibaldi. «Sembra un anfiteatro, molto adatta a un attore», mormora Skàrmeta. Sul lato ovest della piazza, un edificio color ruggine sostituisce quello crollato alla fine degli anni Settanta e in cui Massimo era nato nel 1953. Sul lato opposto si apre via Cavalli di Bronzo, nella quale il futuro attore era già andato a vivere con la famiglia quando il palazzo crollò, si dice per le vibrazioni prodotte dalla Circumvesuviana. Affacciato sul lato sud della piazza c'è ancora il Bar Sportivo, frequentato nell'adolescenza da Massimo e dai suoi amici.

Seconda tappa, mentre il sole sembra picchiare sempre di più, il cimitero. Di faccia all'entrata principale c'è il monumento in pietra bianca e grigia, un´alta lastra con il nome dell´attore e le date di nascita e di morte. In terra, una sorta di rosa dei venti con i titoli di quasi tutti i film diretti e/o interpretati da Troisi. Il raggio con il titolo "Il postino" punta direttamente al monumento, Skàrmeta riesce solo a dire «sono emozionato», abbracciando chiunque gli si avvicini. Al riparo dal sole, alcuni concertisti in abito da sera erano in attesa del corteo. Gennaro Pedagno canta una romanza di sua composizione: «Ti ringraziamo dei grandi doni/che ci hai regalato/sei stato l'ultimo Pulcinella/Massimo».


A questo punto Skàrmeta e Giuffrè chiedono di essere lasciati soli ed entrano nella cappella poco distante dove Troisi e sua madre sono sepolti: il monumento funebre non coincide infatti con la tomba vera e propria, ma presto la salma dovrebbe essere traslata. Uscito dalla cappella, Giuffrè dichiara: «I poeti non muoiono mai». Skàrmeta annuisce.

Terza tappa, il Centro Teatro Spazio, dove la breve e folgorante carriera di Massimo ebbe inizio. Skàrmeta si informa sulle iniziative collegate al Premio Troisi, l'antico progetto di una scuola di teatro a Villa Vannucchi. «Quando lo vidi al cinema pensai: speriamo che questo non si metta mai a fare teatro, se no per tutti noi è la fine», commenta Giuffrè. Il sole è ancora alto quando il piccolo corteo rientra a Villa Bruno, sede del Premio. Tra gli alberi del parco appare Enzo Decaro, uno che quella storia l'ha fatta.

Sei anni

Immagino Melanie e sorrido. I suoi lisci capelli che cadono sul sorriso dipinto sul volto. Sua madre Ingrid è libera dopo sei anni di prigionia. Mi sembra talmente strano, dopo tanto tempo e con un'operazione priva di spargimenti di sangue. Ma l'importanza della liberazione in se travalica qualsiasi riflessione. Ingrid Betancourt è libera. E' una buona notizia. Ne avevamo bisogno, ormai ne arrivano solo dall'estero...