Anacronistico

Da buon fan di De Andre', mi metterò ora a scrivere di un avvenimento riconducibile a qualche settimana fa. E' accaduto infatti che Gianmarco Pozzecco, varesino di adozione, ultimo baluardo del basket da strada in Italia, sia stato salutato da uno striscione della curva canturina in qualità di "miglior peggior nemico". Qualche retorico osservatore con l'ovvietà in punta di penna ha sottolineato la mancanza di gesti simili nel mondo calcistico, dimenticando il "tour" che un giocatore come Roberto Baggio ha fatto nel suo ultimo anno di attività, chiudendo con una standing ovation a quattro minuti dalla fine di un Milan-Brescia a San Siro.

Ma il nocciolo della questione è un altro. Non è casuale l'accostamento con Baggio. Eduardo Galeano, tanti anni fa, scrisse che nessuno ha mai fatto discutere tanto nel calcio italiano quanto il "Divin Codino". Se fosse stato un appassionato di basket avrebbe probabilmente traslato il concetto al Poz.

Personalmente credo che Pozzecco sia stato il miglior talento offensivo in Italia degli ultimi quindici anni, sicuramente il maggiore esponente della scuola di playmaker. Il giocatore che più ha divertito gli appassionati, capace di vincere uno scudetto con i Roosters Varese affiancato da Meneghin, Galanda, Mrsic, Vescovi, Santiago. Non un insieme di fenomeni, ma una squadra vera, con attributi da vendere e un folletto imprendibile, che quell'anno fece pentole e coperchi per i parquet di mezza serie A.

Clamorosa fu l'esclusione dagli Europei dell'estate successiva a quel campionato, così come eclatanti furono alcune scelte a sfavore di Baggio. Entrambi sono però usciti di scena (al Poz manca poco, se terrà fede ai limiti che si è posto) con un applauso collettivo lungo lo stivale. Da tifoso dell'Olimpia, mi inchino al talento di questo giocatore. Un campione. Che avrebbe fatto comodo anche agli ultimi Europei, vista la carenza di idee evidenziata per tutto il torneo contintentale.

Campane

Non ascoltavo Lifegate da una vita. Sono contento di esserci tornato, su quella frequenza.

Ho scoperto che Sergio Mancinelli ha traslocato da Capital alla sua nuova emittente, portando con sé "Area Protetta".

E ho scoperto anche questo...

Hello... are you feeling ok?



Day after day, love turns grey
Like the skin of a dying man.
Night after night, we pretend its all right
But I have grown older and
You have grown colder and
Nothing is very much fun any more.
And I can feel one of my turns coming on.
I feel cold as a razor blade,
Tight as a tourniquet,
Dry as a funeral drum.

Run to the bedroom,
In the suitcase on the left
You'll find my favorite axe.
Don't look so frightened
This is just a passing phase,
One of my bad days.
Would you like to watch T.V.?
Or get between the sheets?
Or contemplate the silent freeway?
Would you like something to eat?
Would you like to learn to fly?
Would'ya?
Would you like to see me try?

Would you like to call the cops?
Do you think it's time I stopped?
Why are you running away?

Stringato

Riporto fedelmente dall'Agr:

Crisi governo: Fassini attacca i media
25 gen 00:04 Politica
ROMA - Attacco ai media di Piero Fassino dagli studi di 'Porta a Porta' colpevoli di "falsa rappresentazione" riguardo a questi giorni della crisi politica italiana. "Basta con questa sacralita' dell'informazione, per cui se si dice quello che si pensa si attenta alla liberta' di stampa - ha detto Fassino - si dovra' pur poter discutere di cosa sia l'informazione oggi e di quale sia il suo rapporto con la politica. La rappresentazione che i media hanno dato della crisi politica non e' vera - ha continuato Fassino - e' sbagliata e io per questo i giornali non li leggo piu', e come me molti italiani".(Agr)


Ora, già di per sé dire che "La rappresentazione che i media hanno dato della crisi politica non e' vera, e' sbagliata e io per questo i giornali non li leggo piu', e come me molti italiani" è una vaccata biblica. Ma detta a "Porta a Porta" diventa atomica, da quarantena per rischio di radiazioni...

Qualcuno avvisi Fassino del fatto che "Porta a Porta" è una trasmissione televisiva, fa parte di un media, probabilmente il peggiore dal punto di vista dell'informazione. Invece di smettere di acquistare i giornali, che assieme alla rete sono l'unico stralcio di libertà che possediamo, quelli del Pd la piantino di andare da Vespa. Oppure la finiscano di dire corbellerie, per quanto gli possa riuscire difficile...

A comizio finito, caro Romano mi dispiace perché sei democristiano ma sempre meno di Mastella e in fin dei conti sei meno farabutto del tuo predecessore (forse successore). Però le alleanze troppo "larghe" si pagano...

Che te lo dico a fare...

No mas...tella

Mi dà proprio fastidio vedere la faccia di quest'uomo. Onestamente è una di quelle immagini che possono cambiare in negativo una giornata. Non è un caso che sia un post-democristiano, cattolico fervente, retaggio della prima, seconda, terza e cinquantasettesima repubblica. Perché Mastella ci sarà, sempre. Se non con la sua figura, in quella di qualcun altro. Ad incarnare perfettamente lo spirito della politica italiana del dopoguerra, quella della Repubblica e della Costituzione gestiti in maniera furtiva. Io so, diceva Pasolini. Io so, non ho bisogno di arrivare al terzo grado di giudizio per capire che questo signore è colpevole. Perché lo si capisce da come ha gestito la sua vita politica, danzando tra i banchi delle due coalizioni come solo Pannella è riuscito a fare. Dimenandosi dall'alto dei suoi tre voti in famiglia e del ministero chiesto (e ottenuto) al primissimo vertice di maggioranza. Mastella alla giustizia. Un ossimoro che nemmeno Bossi alle riforme. E in tutto questo continuo a sentire in testa la voce di Schifani che dice che siamo ostaggio della sinistra radicale. In tutto questo mi vengono in mente Rossi e Turigliatto, bistrattati per aver votato contro un provvedimento che andava nella direzione opposta a quanto scritto nel programma dell'Unione. Penso a Di Pietro, messo alle infrastrutture perché alla Giustizia DOVEVA andare Mastella.

Vabbè facciamo che a Di Pietro non ci penso sennò mi viene in mente De Gregorio e m'incazzo anche lì...

Penso a chi auspicava la soluzione del Pd per avere un partito forte e non è riuscito a evitare che fosse un gruppetto parlamentare da nulla a far saltare il banco. Con la nuova riforma elettorale certi problemi non ci saranno, secondo alcuni. Per passarci basterà non far arrivare mai al culmine la Gentiloni, che peraltro è "cattiva" la metà della metà della metà di un quarto rispetto a quanto potrebbe e dovrebbe esserlo nei confronti di Mediaset (chi si ricorda il discorso di Violante alla Camera di qualche anno fa avrà fatto i suoi conti).

Penso anche a chi in queste ore a Ceppaloni mostra la sua solidarietà all'ex ministro, nella speranza di due mozzarelle e una poltrona in più quando la bufera sarà passata. Penso alle telefonate Saccà-Berlusconi, che in sede di elezioni ben pochi ricorderanno. Penso a Vespa, Costanzo, Mentana, Mimun (bella mossa censurare Travaglio, ma anche questo lo ricorderanno in pochi). Fede, Feltri, Giordano, Farina, Merlo, Veneziani, Moncalvo.

Dovrebbero essere colleghi. Lo sono soltanto secondo un albo. Il cui valore è tutto dimostrare.

Penso a Fassino, Veltroni, D'Alema, Bertinotti. Dovrebbero essere ideologicamente dalla mia parte. Lo sono solo nell'immaginario collettivo di chi non va in fondo alle cose.

Penso a Berlusconi, Casini, Cuffaro, Fini, Storace... Tanti, tanti altri. Non dovrebbero essere nulla. Mi sembrano tanto vicini ai componenti del precedente elenco. Mi fanno tanto pensare alla mia voglia di Chiapas.

So fucking special


Oggi è morto Bobby Fischer. E' strano non trovare nulla di intelligente da dire nel giorno in cui muore un genio.

Fischer era una mente da preservare. Purtroppo per lui, e per noi, è nato negli Stati Uniti, paese natale nel quale non è potuto tornare dopo aver disputato il remake della finale mondiale con Spassky nella ex Jugoslavia, allora sottoposta a embargo da Washington.

Un Maradona della scacchiera, con una psiche molto più complessa. Se Dieguito è rimasto vittima del suo stesso personaggio e della società che lo attorniava, Fischer si è fermato prima. La sua mente ha rifiutato il moderno, ha deciso che non c'erano abbastanza motivi e stimoli per continuare a vivere come i comuni mortali. Si è rifugiato a Reykjavik, nella solitudine delle lande ghiacciate, a riflettere su sistemi ai quali le nostre scarne membra non possono ambire. L'Islanda, riservata e sperduta, è il posto migliore per chi vuole scomparire senza essere notato.

C'è molto di Syd Barrett nella storia di Fischer. Li unisce la follia creativa, li divide la loro ultima foto prima della morte. Barrett è calvo, ricurvo su una bicicletta, sguardo perso nel vuoto e un cappotto nero. Fischer ha il volto nascosto da una folta barba, con un vecchio cappellino da baseball in testa. Cammina a testa alta. Entrambi sono irriconoscibili. Hanno lasciato questo mondo nella loro veste più conosciuta. Sono Syd e Bobby. Li immagino insieme, uniti dall'abisso psichedelico delle reciproche trovate. Così belle, così incomprensibili.

Bimbo

Conoscete l'espressione "lo sognavo fin da bambino"? Ecco, appunto...

Domani sera, Inter-Reggina. Radiocronaca di Mattia Todisco.

www.touring104.fm oppure www.regginacalcio.com

Non aggiungo altro...

Ingrid, Melanie


Dieci minuti, forse cinque. Uno sprazzo di Melanie Betancourt è apparso ieri sera in tv. Da New York, con il suo sguardo magnetico e i capelli lunghi dietro le spalle. Capace di incollarti al video grazie alla forza della sola figura. Parla, racconta, non lascia trasparire la minima emozione. Quattro lunghi anni senza vedere la madre, se non in un video girato in mezzo al caos naturale più totale, con mani e piedi legati. Gioca la sua partita per riportare a casa mamma Ingrid. Non sbaglia un condizionale. Mi convince di essere convinta. Meravigliosa Melanie. Affascinante. Una leonessa. Bellissima.

Post non per tutti n°2

In stile gucciniano, per vari motivi. Di emulazione oratoria, tanto per citarne uno, ma anche a livello di stomaco. Saranno i caffè. Sarà la pioggia, tanta. Sembra di essere sul set di "Apocalypse Now", con una barca sistemata alla benemmeglio e un capitano a bordo, lercio e con l'occhio spento. Guardatelo come un quadro, questo sussulto di frasi multimediali. Da lontano, con distacco, senza conoscere quali eventi possano aver mosso l'autore. Distogliete la vostra attenzione dall'idea portante, tanto in un susseguirsi di concetti astratti il movente non può che essere l'isolamento temporaneo dal moto terreste. Odo suoni indistinti, immagino eventi che succederanno solo nella loro fase iniziale, mi sfugge il perché di alcuni passaggi. Non ero molto bravo nel capirli nemmeno quando a scuola cercavo di risolvere strambe equazioni. Già allora ero convinto che non mi sarebbero servite a un cazzo, una volta tanto avevo ragione. In compenso pensavo lo stesso anche di sfumature e contorni rivelatisi più utili. L'esperienza serve, aiuta. Non si può seguire una ricetta di cui non si ha la descrizione e ci sono ambiti per i quali l'istinto vale più di mille consigli. Ad averne uno funzionante.

E' complicato. Tanto. I fili di rame conducono solo se gli fai passare l'elettricità attraverso, sennò ti puoi attaccare ai pali orizzontali dei tram, che a Milano ce ne sono parecchi. Non farei nemmeno fatica a trovarli. Rileggo la frase in alto, sull'header del blog. Penso a quando l'ho scritta e non mi viene in mente niente. Mi ricordo solo che amavo una ragazza a caso tra le tante. Coi capelli neri, scompigliati. Sguardo furbetto, espressione solare e un profumo naturale, di quelli che non si comprano al supermercato. Larghi occhi castani, un fisico sensualmente normale e l'aria a metà tra chi ha mille dubbi per la testa e chi non sta pensando a nessuno di questi in particolare. Ce li ha, rivanga ogni tanto, si rannicchia sulle sue indecisioni. Esplode. Sa di Liguria. Di un viaggio durato un giorno.

L'ho rivista prima di Natale. Era più bella che mai. Quando ritrovi qualcuno per cui hai provato sensazioni esclusive, il tempo si ferma e schiaccia il tasto rewind. Con la sua figura tornano a galla anche gli effetti collaterali della sua presenza. E' anche un buon sistema per capire cosa appartiene al passato e cosa no. Se il giorno dopo ci stai ancora pensando, trattasi di presente, forse di futuro prossimo.

Ho smesso presto di arrivare al fondo delle offensive. Di solito mi stanco prima. Adesso arrivo al passaggio a livello, non faccio inversione, ma non forzo nemmeno il blocco. Aspetto che passi il treno, mentre il buio cala sulle nostre teste. Sono le quattro e mezza del pomeriggio. L'alba è lontana.

"E un'altra volta è notte e suono. Non so nemmeno io per che motivo, forse perché son vivo..."

Batuffolo


Quando ti prospettano una scena che vedrai, scatta un meccanismo chiamato immaginazione. Ci sono casi nei quali puoi avvicinarti alla realtà mentre pensi a ciò che avrai davanti agli occhi. Altri no. Proprio non è possibile.

Entriamo da una porta che ci lancia su per una scalinata. Saliamo. Troviamo un'altra porta. Vedo la scena che avevo immaginato. Molto più bella. Ampiamente, irrazionalmente, straordinariamente più abbagliante. Una donna che hai visto come sorella maggiore di un'avventura cominciata in un periodo lontano. E' mamma. Di un batuffolino minuscolo capace di riempire una stanza. La più piccola di tutti è anche l'emozione più grande.

Non riesco a dimenticare la scena madre. Una madonna con bambino di stampo impressionistico, disegnata a rapidi colpi di pennello su una tela in movimento. Da qualsiasi angolazione si tenti di vederla, l'immagine è nitida, piena di luce. Mi sento molto più minuscolo di lei, capisco che la mia importanza in una stanza in cui appare un evento del genere è infima. Tutto, dalla polvere alle parole, è un dettaglio insignificante.

Adesso e per tanto tempo, chi ti sta intorno si adeguerà a te. Crescerai, amerai, non ricorderai nulla di tutto questo. Noi, in compenso, ricorderemo il calore avvolgente di una notte di mezzo inverno.

Scusate il doppio post giornaliero

De Gennaro chi?

Questo De Gennaro?

Ah... capisco...

Vedi Napoli e poi muori. Di asfissia...

Dum-du dum-du du du-da da da-dum

Nel paese del sol levante di "nero per caso" ne hanno uno solo. Onestamente c'è della gente che è troppo avanti...

Strange days

Destino particolare quello degli Stati Uniti. Dopo aver affiancato un Osama contro la Russia, sono stati colpiti dalle stesse persone a cui avevano fornito armi per anni e adesso si ritrovano un quasi omonimo nero del peggior nemico come possibile candidato alle presidenziali. Sarà forse lui, Barak Obama, il primo serio pretendente di colore che corre per entrare nella stanza ovale. Non ditelo a Jack Bauer, sta ancora cercando di salvare la vita a David Palmer.

Come posso non tifare per lui? Voglio dire, in un confronto tra repubblicani e democratici negli Stati Uniti la mia speranza è che perdano entrambi, ma non è possibile. Così come non poteva accadere che Milan e Juventus non vincessero la Coppa Campioni qualche anno fa, visto che entrambe erano arrivate in finale.

Ci sono già due persone, tra le più stimate dal sottoscritto, che si sono ampiamente espresse a favore di Obama: Scarlett Johansonn è la prima. Qualcuno mi ha detto che non vale, le armi di persuasione della ragazza offuscano qualsiasi ragionamento più intelligente di quelli fatti dal parrucchiere. Però una che di professione fa la musa di Woody Allen così imbecille non deve essere (dai Todo, smettila! Anche Dori Ghezzi era sposata con De André, che cazzo c'entra?!).

Mi sa che ho dei conflitti interni da risolvere...

La seconda persona però è inattaccabile: John Carlos. Il tizio di cui sopra ha una statua che lo raffigura, alla San Jose State University, mentre alza un pugno nero al cielo, il sinistro, in compagnia dell'oro mondiale Tommie Smith, che alza il destro. E' il gesto con il quale i due ex studenti dell'ateneo scioccarono il globo alle Olimpiadi del 1968, meritandosi con più di trent'anni di ritardo un riconoscimento a imperitura memoria. Bene, quest'uomo sta con Obama.

Onestamente è anche facile scegliere quando dall'altra parte c'è Hillary, in questo particolare momento storico ancora di più. Gli americani dovrebbero aver capito che una riproposizione delle vecchie famiglie al potere, vedi il trasferimento di sedia da Bush padre a figlio, non porta giovamento. Figuriamoci se poi il testimone se lo passano marito e moglie.

La neve

Dopo aver fatto rinviare una partita di calcio a Crotone, la neve ha fatto ritorno in zone dove la sua presenza è più consona alla storia della metereologia. A Crotone (meglio ripeterlo, perché leggendolo la prima volta si pensa a un errore), i fiocchi bianchi non sapevano cosa fossero. Ricordo vagamente mio zio qualche anno fa in Puglia, seduto sulla sua veranda mentre osserva un temporale. Era dicembre, non pioveva dal marzo precedente. L'acqua scendeva a catinelle, ma in assenza di vento si poteva osservare lo spettacolo protetti dalla tettoia senza bagnarsi minimamente. Io, dall'altra parte del cortile, nella casa di mia nonna, capivo lentamente quale processo può muovere uno spettatore a stupirsi di un fenomeno come la pioggia.

Il Nord ti toglie qualcosa da questo punto di vista. Piove talmente tanto che un cielo plumbeo non fa notizia. Il freddo quotidiano di Milano, la naturale predisposizione di chi gira per le strade meneghine a stufarsi di qualsiasi cosa possa rallentare il traffico, tutte cose che ci spingono verso una totale insofferenza per tutto ciò che non è il sole.

A me la pioggia piace, se sono in casa e non devo uscire. E' l'unico momento in cui posso guardarla e basta. In caso contrario, non garba nemmeno a me. La neve ha lo stesso effetto. Solo che se i fiocchi arrivano fino a qui non sono preoccupato per l'ecosistema. Se invece è Crotone a vestirsi di bianco, qualche dubbio mi sovviene...

Bon annee

Mi tocca anche scriverlo in maniera sbagliata questo "buon anno" in versione francese, perche' sulle tastiere da Pc in Francia non hanno le "e" accentate. Saranno ben scemi a non averle, visto che ogni due parole c'e' un accento!

Quattro giorni qui. Ieri sono passato attraverso la storia. C'e' chi vive Montecarlo per lo sfarzo, gli hotel, il Casino'. Io l'ho vissuta soprattutto per il circuito cittadino di Formula Uno, che passa dal cuore della citta' senza che te ne accorga. O meglio, se passi di qui nei giorni del Gran Premio difficilmente non ci fai caso, ma se la visita non coincide con la settimana di gara tutto ti appare normale. La Rascasse, il tunnel, la chicane che sfiora gli yacht (tutti rigorosamente montante bandiera delle Cayman, si sa mai che un multimiliardario debba pagare le tasse per avere trecento milioni di barca).

Pero' un'occhiata alla Ferrari parcheggiata fuori dal Casino' l'ho data pure io...