Tutto il formaggio del mondo

L'impresa è trovarla, quest'isola in mezzo all'Isola. Quando ci sei trovi un paio di sorrisi conosciuti che ti aspettano, se ti chiami Mattia Todisco e hai già visto questo spettacolo. Anche solo a metà, qualche mese prima, senza il sipario ad annunciarti che lo spettacolo è concluso (abbiamo capito che era la fine perché Irene ha detto "Grazie"). Stavolta si sono ingegnati, non vi dico come così avete un motivo per vedere le prossime repliche. Potrei darvene tanti: dall'autore, un amico. All'attrice, un'amica. Visto che ci conosciamo e mi volete bene, se stanno simpatici a me lo saranno anche per voi.

Non è questione di simpatia, in realtà. E' semplice, puro, appassionato e squattrinato teatro di chi il palcoscenico lo vive di mestiere. Non credo di aver espresso a pieno, presso i protagonisti, la felicità per aver visto la realizzazione del progetto. Purtroppo il tema mi colpiva particolarmente, avendo vissuto qualcosa di simile non troppo tempo fa sulla pelle di un consanguineo e forse non mi sono goduto la serata. Passerò di nuovo dalla parte della platea alla prossima messinscena, perché mi fa piacere rivedere chi vive la vita facendo ciò che desidera. Io seguo la stessa linea di pensiero, sebbene in altre direzioni. Ogni tanto incrociamo le vie.

Siamo al ridicolo e ce ne rendiamo conto

Prendiamo due concetti: l'assurdo e lo Stato. In questo momento, considerando l'Italia, abbiamo una coincidenza perfetta. L'assurdo è lo Stato, c'è un tempo verbale nel mezzo della frase, non una congiunzione. Lo vediamo nell'informazione in quanto essenza più pura delle minchiate che riusciamo a produrre, perché invece di prostrarci ai piedi di chi fa giornalismo in tv con un criterio, andiamo a santificare chi non lo fa. Per questo Bruno Vespa si permette di attaccare Santoro, per lo stesso motivo viene sospeso Vauro (hanno avuto l'effetto opposto, visto che domani si beccano Sabina Guzzanti). Dobbiamo tornare al concetto di satira nella concezione più vicina a Petronio. Tempo fa Landolfi, allora presidente della Commissione di Vigilanza Rai in quota An, disse che "la satira deve deformare, non informare". Gli rispose Daniele Luttazzi in un suo spettacolo, che guarda caso si chiamava proprio "Satyricon", sottolineando che la stessa satira "deforma, informa e fa quel cazzo che le pare" ed è questo che bisogna portare alla luce. Chi si scaglia contro Vauro pensando che abbia voluto offendere i morti del terremoto in Abruzzo sa bene quanto tale posizione sia falsa, perché conosce il soggetto e soprattutto i tratti del suo lavoro, sempre sul filo del rasoio quanto a provocazioni. Non possiamo e nemmeno dobbiamo essere così coglioni da pensare che lorsignori siano degli sprovveduti. Sono provvisti eccome di materia grigia e la usano per allontanare dal piccolo schermo chi può essere di contrasto. Una risata li seppellirà? Per ora non ancora ed è per questo che qualcuno s'incazza. Per fortuna.

I nuovi mostri (ovvero "Il ricordo mancante")

Ve lo presento così, con il titolo di un film che non c'entra assolutamente nulla con il genere horror, ma che in tempi non sospetti mi ha fatto ridere di gusto. Purtroppo era talmente bello che hanno deciso di farne un sequel al giorno d'oggi (il terzo della serie, che non ho visto e non vedrò per pietà). In compenso ho avuto occasione di vedere il cortometraggio del collega e amico partenopeo Giovanni Saviano, in arte Steve Foose (nomignolo scelto in virtù del significato in napoletano delle parole "stiv' fuse", per farvi capire con chi me la passo). La visione è consigliata a un pubblico amante del genere, ma anche no. Io per esempio non rientro nella schiera e l'ho visto comunque. Da segnalare la collaborazione attiva nel corto da parte di Stefi, la stessa che vedete nell'elenco dei siti ammmmmici.

Da consumarsi preferibilmente lontano dai pasti...