Luci

Sono ossessionato dalle luci. Spente o accese che siano, che ci vuol poco ad immaginare uno spiraglio di fioco avvenire in una foresta di intemperie. Quando la pioggia cade e io guardo verso l'orizzonte, so che al di là di ogni temporale il sole è presente pur non essendo visibile. Non è un concetto così difficile da comprendere e sono felice di poter traslare una convinzione così forte a ben più lontane latitudini. E' per questo motivo che io so di amarti, piccola mia. Senza incontrarti, io so che questa è la strada che porta alla foce. Non ho bisogno di vederti per capire che ci sei, mi sei stata accanto e con me sempre sarai fin quando non deciderò di abbandonarti. L'amore è un qualcosa di troppo nevrotico per decidere di averne a piccoli sorsi e solo quando ce n'è. Io so riconoscere ciò che mi è vicino. Se guardo oltre la curva della mia visuale, vedo che il giorno non finisce dove c'è una linea di demarcazione. Per me che gioco con le speranze da buon lottatore, tutto ciò che vedrò tra un secondo è già presente prima che si manifesti. Così sei tu, mia dolce foglia dall'incedere lento, che accogli gocce di sangue tra le striature di una giovane afa. I tuoi capelli seguono la forma del viso e fanno da letto alla grandine per trascinarla a valle. Ho previsto il temporale, perché l'acqua è presente nel ciclo vitale. Può tardare, ma non può mancare all'appuntamento. Prima o poi cadrà per bagnare l'asfalto. Quando ti raccoglierò dentro una pozzanghera, bacerò le tue gocce d'amore immaginandomi avvolto nelle tue labbra. Allora capirò che sei arrivata, che sei lì per me e le luci si spegneranno senza che io badi alla loro importanza.

La nostra gioventù

Quella che apprezzo, che mi piace. Quella che non ha perso i valori migliori di chi ci ha preceduto, lottando. La gioventù che apprezza una birra all'aria aperta, nel cuore della notte, a cercare il sole in mezzo al profondo blu, mentre le stelle ti abbracciano. Sono le ore migliori, per chi ha gli anni delle corse col fiatone. Viaggiare assieme al vento, sudato, è il miglior modo per crearsi un universo parallelo di elucubrazioni mentali, con il sorriso stampato in volto e musica da far scoppiare i timpani. Fosse pioggia, questo rincorrersi di giorni furenti, ne respirerei l'odore che sale dall'asfalto rovente, come droga dalla cui dipendenza non puoi dividerti. Respiro. Ho bisogno di ossigeno. E di non aver tempo per pensare a cos'altro è necessario. Alla mia velocità, ciò che serve mi verrà incontro a braccia aperte.

Senza giocare, vinciamo senza giocare...

Stare dalla parte di Josè Mourinho vuol dire condividerne il pensiero, anche quando porta tutto all'esasperazione. Quando dice che Udinese-Milan è una partita importante solo per le due squadre in campo, aiutando anche il sottoscritto a guardare l'anticipo del Friuli con grande tranquillità. Tanta da assistere all'incontro mentre navigo su Facebook, incontrando compagni di fede per programmare l'eventuale esodo all'ombra della Madonnina. La festa si fa e si fa già sabato sera. Da Lotto al Duomo, dal Duomo a Cairoli. La marea nerazzurra è più inarrestabile di un contropiede sull'asse Cambiasso-Maicon-Ibra, il popolo è in visibilio. Mi sento parte di un tripudio. Chiudo la festa esausto, camminando per via Torino, prima di attraversare la città in tre in una Smart. E quando Mauro lascia me e Ally alle nostre macchine e al solitario ritorno a casa, verso la strada che porta alla redazione trovo ancora la volontà di urlare da solo, sventolando la maglietta celebrativa del tricolore fuori dal finestrino. Mi si congela il braccio, mi si scalda il cuore. Campioni d'Italia.

Riscoprendo Sergio Endrigo

"La musica di "Te lo leggo negli occhi" l'ho scritta a Napoli, una notte, dopo aver fatto una trasmissione televisiva sulle canzoni di Gershwin con Achille Millo e Lilian Terry. Tornai in albergo, mi misi a letto e mi venne in mente questa canzone. Mi sono alzato, ho preso la chitarra e ho cominciato a sviluppare l’idea melodica, fissandola sulla chitarra, ma soltanto la musica, tanto è vero che il testo poi lo fece Bardotti. E Dino la cantò benissimo".

Finirà me l'hai detto tu
ma non sei sincera,
te lo leggo negli occhi
hai bisogno di me.
Forse vuoi dirmi ancora no
ma tu hai paura,
te lo leggo negli occhi
stai soffrendo per me.
E nei tuoi occhi che piangono
mille ricordi non muoiono
perdonami se puoi
e resta insieme a me.
Tra di noi forse nascerà
un amore vero,
te lo leggo negli occhi
tu lo leggi nei miei.
Ma non sei sincera
te lo leggo negli occhi
stai soffrendo per me.
E nei tuoi occhi che piangono
mille ricordi non muoiono
perdonami se puoi
e resta insieme a me.
Tra di noi forse nascerà
un amore vero,
te lo leggo negli occhi
tu lo leggi nei miei.

Dieci riflessioni sportive e non sul weekend (in stile Federico Buffa)

1- Difficile criticare il lungagnone di Malmoe, dopo che ha vinto tre scudetti (negli ultimi due ci ha messo parecchio del suo). Difficile non criticarlo, se oltre al silenzio intima prestazioni orali a suo favore.
2- Miglior battuta del fine settimana: "Vedo dei posti liberi lì in sala. Mister e Mrs Berlusconi si dovevano sedere là. Che facciamo li aspettiamo per cominciare la proiezione?" (Tom Hanks all'anteprima romana di "Angeli e Demoni").
3- Real-Barcellona 2-6. Ma soprattutto: caro Diego, Xavi è un fenomeno, ma l'amico Esteban non si sarebbe mai fatto fare quello che ha subito Gago in 90'.
4- Milito, Drogba, Eto'o... Bella gente... Ci aggiungo Grafite...
5- Orlando sbanca Boston. Niente anello per quest'anno, ma dopo tante stagioni ho ritrovato la voglia di seguire i Magic.
6- Non so voi ma a questa famosa festa di compleanno ho visto il "papi" più tirato del solito. Ha subodorato qualcosa? Mah, speriamo che l'ipocrisia cattolica gli si rivolti contro per davvero...
7- Prevedo una finale inglese in Champions' (scusami, Barça...).
8- Io, Toni e Matteo a Verona cinque anni e mezzo dopo. Non so se mi spiego...
9- Dell'Utri di merda. Per chiarimenti vedere dichiarazioni su Mussolini e Salò.
10- Voglio una Gran Torino.