Il sottile confine tra il giorno e la notte

Ho appena scoperto il confine che divide il giorno dalla notte. Da bimbo, quando le distinzioni spuntavano senza andarle a cercare e le ore piccole iniziavano semplicemente con il buio, scindere il sonno dalla veglia era un processo naturale, come alimentarsi o fare pipì. Per me la notte era il momento in cui si smetteva di pensare. Lo spegnimento delle luci, naturali e artificiali, corrispondeva con la scritta "off" ben impressa nel mio cervello. Dormivo, dormivo finché potevo e quando mia madre mi veniva a svegliare facevo finta di dormire ancora.

Adesso i margini si sono decisamene offuscati. Per me la notte è il momento in cui non ho voglia di fermarmi, se non quando sto per crollare. E' la raccolta dei sogni sviluppati nel corso del giorno, sotto pioggia e sole, mentre faccio fagotto dei pensieri in fuga. Ingiustizia vuole che tutte le idee, o le migliori ispirazioni da giornalista-scrittore, mi vengano proprio quando sono sdraiato sul letto, senza un foglio o una penna a portata di mano. Come una puttana con la valigia, al mattino ogni desiderio elaborato in maniera un po' originale è scappato dalle lenzuola, lasciando il suo amante occasionale con una sigaretta da orgasmo una tantum.

Ecco perché la notte ha un inizio incerto, sebbene arrivi sempre, e una fine che può variare d'orario ma corrisponde scientemente al rimettersi in piedi. Quanto tale operazione sia dolce o meno, dipende da quello che ricordi delle ore precedenti e da quello che sai sul futuro. Nessun risveglio, però, ha un sapore migliore di quello che lascia una donna sulle labbra quando apri gli occhi.

France Au Revoir...

Il colore rosso ha una storia da raccontare. Nella gioventù di piazza, nel sangue delle sbucciature infantili, nelle cantine accoglienti di Italia e Francia. Ben presto, anni fa, ho capito che ne avrei inseguito il profumo.

Il rosso è quel che si punta quando il tuo occhio va a cercare il particolare. E' la donna che passa e che osservi senza voltarti, con il pudore di un bimbo che si ripara dietro la sottana materna; o quella a cui fischi in maniera impertinente, privilegiando l'evidenza della passione alla sottomissione di chi ammira estasiato. Rossa è la punta del fuoco, la voglia di rivincita che sale sfogliando un quotidiano. L'amore più puro, prezioso rubino attraverso il quale non passa lo sguardo.

E' allo stesso modo il colore del calice che si riempie, infiammando la gola una goccia alla volta. Le vene lasciano scorrere e il cuore ne controlla gli ardori, ma da un rosso così non ci si può distaccare.