Ceci n'est pas un pub


La strada che porta verso Repubblica è meno trafficata del solito, per essere mercoledì. Non è un giorno di metà settimana come tutti gli altri, perché il calendario impone un turno infrasettimanale e volendo complicarmi la vita ho unito il lavoro (pezzo su Catania-Inter) al diletto (una birra con Piantoman, poi arrotondata alla seconda). Il 4-4-2 è pieno, lo è anche il Carlsberg. Addirittura il pub che fa angolo ci rimbalza, pieno come un uovo e con una ragazza simpatica come Lo Monaco. Torniamo alla macchina sconsolati, decisi a rivederci chissà quando. Penso al primo tempo che non vedrò, al dispiacere di dover lasciare un amico per la sua strada e a me che torno in redazione a scrivere il pezzo. Scorgo un pub all'orizzonte, ultima ratio. A vuoto, perché non danno l'Inter, ma ci indicano dove potremmo vederla. D'accordo, era il penultimo tentativo, l'ultimo è pochi metri oltre il Carlsberg, il che significa tornare sui nostri passi e sperare in Dio, se esiste. Le indicazioni sono vaghe, tanto che dall'altra parte della carreggiata quello che ci sembra un pub si rivela un negozio di abbigliamento, constatazione che mi porta all'uscita che dà il titolo al post. Commento personale: "Dopo una battuta così bella non possiamo che trovare questo locale, ma soprattutto è impossibile che non ci sia posto".

Accade così. Entriamo al "Panino", ci sono un maxischermo e un tavolo libero che ci attendono e con 10' sul cronometro l'Inter ha già segnato. Attendiamo qualche minuto prima di ordinare, perché "l'adrenalina la mastichiamo tra i denti" (questa invece è di Piantoman). Al termine della partita siamo in testa con sei punti sulla prima inseguitrice, ho bevuto la mia birra e mangiato il mio "cane caldo". Prima di tornare in redazione a terminare la mia giornata (serata?) lavorativa facciamo ancora in tempo a salutare un vecchio amico dell'amico in un altro locale. Intanto, con l'alcool che scorre, le parole cominciano a fluire e ritrovo tutti i crismi della serata con una gradita compagnia: le chiacchiere, la birra, il calcio, le donne. Mi avvio felice a Cinisello, quando la notte ha appena aperto i battenti.

"Dos de la noche en Milano, Italia"

Tre uomini e una Fifa


Girato, montato e realizzato da me medesimo. Gli utenti di facebook non lo vedranno, perché le note non riportano i video non caricati da Youtube. Prendetevela con i webmaster del social network...

Comunicato ufficiale

In relazione alle illazioni sulle presunte "liaisons dangereuses" con degli esponenti di medesima fede calcistica, implicati nel caso Sandri, il giornalista Mattia Todisco smentisce in modo categorico di poter avere legami di parentela con tali individui, peraltro ideologicamente ben lontani dalle posizioni assunte dal sottoscritto. Si diffidano pertanto amici, parenti e conoscenti vari dal prendere per il culo in relazione a quello che è uno sfortunato caso di omonimia.

In Fede

Todo, Todd, Tia, Matti o come cacchio mi conoscete voi

Minà, Kakà e la Bandà...

"E avremo ancora storie...", come diceva Corrado Guzzanti con un'orribile parrucca argento in testa, capelli lunghi e sguardo affabile, mentre inscenava il suo Pippo Chennedy. In questi giorni, nel mio bel mondo fatto a sfera, ne stanno succedendo di tutti i colori e una bella presentazione fatta dal comico romano della suddetta melma mi avrebbe almeno fatto sorridere un po'. Invece mi ritrovo piuttosto torvo in volto a leggere un bell'articolo di Gianni Minà sul "Manifesto", che purtroppo arriverà ai soliti pochi eletti, nel quale uno dei giornalisti più capaci e al contempo emarginati della nazione si prende la briga di spiegare a Vespa come si svolge il lavoro per il quale viene pagato. Confesso: ho visto la puntata di "Porta a Porta" e soprattutto l'ho vista tutta. Stavo per cambiare canale quando ho scorto tra i presenti Oliviero Beha e ho deciso di rimanere sintonizzato su Raiuno. La delusione maggiore non è stata Moggi, dal quale non mi attendevo nulla di differente se non un bis di quanto mostrato dalla Ventura, ma proprio il collega, che ha giustamente sottolineato che eliminando l'ex dirigente bianconero non avremmo colpito che una parte del marciume, ma non ha poi affondato il colpo. Anzi. Cucci, Galeazzi e Caprarica hanno messo alle strette l'interlocutore più dell'autore di "Indagine sul calcio", che rispetto agli altri presenti aveva una preparazione certamente maggiore sull'argomento. Inutile aggiungere una virgola in più su Vespa, che addirittura a un certo punto ha iniziato un pensiero con "nella mia ignoranza" (se sei ignorante in materia non ci fai una trasmissione, visto che hai dimostrato di non conoscere gli atti). Mentre i media torinesi si lanciano in improbabili richieste, dato che il processo appena giunto al primo grado riguardava la Gea e non Calciopoli, per il quale il dibattimento inizierà il 20 gennaio, a Milano le due sponde del Naviglio vivono opposte peripezie. Ben più grandi quelle di stampo rossonero, perché Kakà stavolta potrebbe partire davvero (se con quei soldi dovessero prendere Benzema e un paio di buoni centrali, voglio vedere chi avrà ancora il coraggio di lamentarsi). In casa nerazzurra accadono vicende meno reclamizzate, ma molto più gravi. Il vice-presidente della "Banda Bagaj", probabilmente l'Inter Club più attivo al Meazza al di fuori della Curva Nord, è stato raggiunto dalla richiesta di un provvedimento di diffida. Antefatto: il signore in questione è stato tra i maggiori promotori della campagna contro l'aumento dei prezzi allo stadio e ha aspramente criticato lo squilibrio tra Inter e Milan sulla questione biglietti (vedi il famoso striscione "Per lo stesso seggiolino pago più di mio cugino"). La sua colpa è quella di essersi presentato a San Siro in un settore diverso da quello che compare sulla tessera, peccato che in quell'occasione stesse accompagnando un'allegra combriccola di 70 bambini e dati gli screzi con la società per le vicende di cui sopra la decisione pare un tantino pilotata. Ho avuto occasione di sentirlo personalmente al telefono alcune settimane fa, prima del provvedimento. Purtroppo il suo è un caso che non fa "notizia" e quindi difficilmente avrò occasione di scrivere dell'argomento in sedi diverse da questa. Se volete saperne di più, fatevi un'idea per conto vostro...

Speciale Faber: le pagelle (di quelli che ho visto)

CONDUTTORI 3: non poteva esserci conduzione più melensa e prevedibile, del tipo "strappalacrime". Penso sempre che Dori Ghezzi conoscesse suo marito molto meglio di me, che peraltro ho cominciato ad apprezzarlo davvero dopo la morte. Eppure ogni mossa che fa va in contrasto con taluni principi deandreiani. Mah...
GIANNA NANNINI (Via del Campo) 7.5: meravigliosa creatura, per dirla con le sue parole. Grande interpretazione.
FRANCO BATTIATO (Inverno) 8: aiutato dall'avere in mano la canzone più "da Battiato", se ce n'è una. Sarà che il pezzo è uno dei miei preferiti, ma sono rimasto incollato allo schermo. (P.s.: l'amore ancora ci passerà vicino, nella stagione del biancospino...)
ANTONELLA RUGGIERO (Ave Maria) 8: da brividi.
LORENZO (Il suonatore Jones) 1--: la peggiore interpretazione di una canzone di De Andre' che io abbia mai visto. L'aggravante è aver reso inascoltabile uno dei pezzi migliori.
FERNANDA PIVANO 6 di stima: tutti si invecchia, purtroppo. La giovane Fernanda, davanti a un'interpretazione del "Suonatore Jones" così oscena, avrebbe probabilmente lanciato anatemi.
BUBOLA&BENNATO (Quello che non ho) 6.5: bella accoppiata, un po' Aguilera e Skhuravy. Una delle poche canzoni che Bennato poteva pescare dal mazzo per non sfigurare.
PFM (Bocca di rosa) 6: tanto di cappello, per carità. La sensazione però è che la PFM funzioni quando canta i propri pezzi o arrangia quelli cantati da De Andre'. Se manca Fabrizio al microfono la differenza è troppo netta e si fatica a non farci caso.
NICOLA PIOVANI (Introduzione+Verranno a chiederti del nostro amore) 8: l'adattamento de "L'introduzione" di Storia di un impiegato è da brivido.
EUGENIO FINARDI (Verranno a chiederti del nostro amore) 6: senza infamia e senza lode.
PIERO PELU' (Il pescatore) 5.5: incontro tra due culture troppo diverse.
TIZIANO FERRO (Le passanti) 1-: AAAAAAAAHHHHHHHHH...
VINICIO CAPOSSELA (La città vecchia) 7.5: ok, il pezzo è giusto. Da buon bohemien non poteva che cantare "La città vecchia".
PAGANI&CRISTIANO DE ANDRE' (Creuza de ma) 6-: ottima idea quella di farli suonare al porto di Genova. Hanno la grande occasione ma non centrano in pieno il bersaglio. Pagani è un musicista, non un cantante, almeno per come la vedo io. Quanto a Cristiano attendo il prossimo album, "Scaramante" è un po' troppo vecchio.
IVANO FOSSATI (Smisurata preghiera) 7.5: è avvantaggiato, ha scritto le musiche dell'album "Anime Salve" e nei suoi concerti questa canzone non manca mai.
LUCIANA LITTIZZETTO 8: finchè si parla di "Bocca di rosa" son buoni tutti, ma se citi "Spiritual" vuol dire che sei una figa.
ANTONIO ALBANESE 10: premio "O felè fa 'l tò mesté". Giustamente non lo mettono a cantare ma a recitare un monologo. Maestoso.

Me ne sarò dimenticato qualcuno. D'altronde certe uscite non le programmo, mi vengono così...

Per fortuna è venerdì...


Tra poche ore riprenderà la stagione. Conferenze stampa, partite, commenti su una materia che tutti pensano di conoscere. Se questa palla fosse di cristallo ci guarderei volentieri dentro, così magari scopro che il mondo non va a rotoli come penso. Di solito, in statistica, si fanno proiezioni sul futuro basate sui dati in possesso in un dato momento. Se dovessi fare una previsione sulle sorti del mondo dovrei prospettarvi la terza guerra mondiale e per una volta potremo dire che non è cominciata in Europa. Bella soddisfazione, quando saremo sotterrati.

In realtà, anche se lo bombe suonano altrove, il progetto bellico è nato qui, in Occidente. Nei Palazzi dove cresce l'appoggio a Israele, il cui diritto a difendersi viene scambiato per un dovere di affossare il popolo palestinese. Badate bene, non ho detto Hamas (che si fottano, anche se come ricorda un mio collega sono i vincitori delle elezioni più democratiche che si siano mai svolto nel mondo arabo). Ho detto il popolo palestinese, che si sorbisce ogni genere di ignominia nei checkpoint e come ciliegina sulla torta si prende un attacco di terra che va a colpire gli inermi, invece dei colpevoli. Almeno gli Stati Uniti in Iraq ammazzavano i civili perché le bombe "intelligenti" erano improvvisamente diventate sottodotate e sbagliavano obiettivo. Questi invece ammazzano cento bambini e se ne sbattono, tanto l'opinione pubblica sarà sempre dalla loro parte. Non basta nemmeno un cardinale che parla di "enorme lager a Gaza" per smuovere le coscienze, tanto la destra guarda al clero solo quando conviene, il centro è nato ecclesiastico ma preferisce scordarlo a salti e i vecchi sinistrorsi non sono mai stati cattolici e lo diventano per raccattare due voti in più.

Se lo volete sapere: sì, sono incazzato. Come se non bastasse danno un anno e sei mesi a Moggi e questo ha ancora il coraggio di parlare...

Paradise now



E ogni altro commento è superfluo...