C.R.A.M.P.O. (Todisco version)

Il mio pc comincia a dare segni di instabilità: il case fa seguito all'accensione con uno strano grugnito continuo, non il massimo se si utilizza il computer anche per vedere film. Ancora meno se la pellicola in questione ("No grazie, il caffè mi rende nervoso") comprende svariate conversazioni in napoletano stretto, già difficili da comprendere nel totale silenzio.

Potrei seguire il suggerimento del saggio Fabio e prendermi un Machintosh per il fisso, ma quegli 899 milioni di euro richiesti a Microsoft come multa per posizione monopolistica in un mercato libero purtroppo toccano anche la sfera dei giochi, il che mi crea qualche problema quando voglio cercare di portare San Marino dalla C2 alla A in Championship Manager.

Tornando ai problemi di cui sopra, talvolta il lettore cd si apre da solo. Ora io ricordo che una volta, per scherzo, io e un carisssssssssssimo amico passammo un dischetto a una mia compagna di classe con dentro qualcosa che le serviva, mettendoci all'interno anche un secondo programma che ci permetteva di controllarne parzialmente il pc quando era su internet (non ce ne fregava un cazzo della sua vita privata, ma ci potevamo fare grasse risate facendole prendere un colpo. E poi non è simpatica, quindi non fatemi la morale che vorreste farmi, tutti nella vita hanno fatto simili fesserie almeno una volta). Tuttavia, non inserisco file "exe" nel pc da una vita e credo dunque che il lettore si apra semplicemente perché, a furia di prendere botte da orbi, qualche contatto è impazzito.

Mah, può essere anche che sono ammattito io. D'altronde uno che ascolta Sergio Caputo può mica essere normale.

"Rivederti è pleonastico
per una volta o due, magari per un the
Dondolarci utopistici
in un sogno demodé"

I kissed a girl


Non mi capitava di essere così catturato da qualcosa di musicale in tv da quando vidi Kaki King per la prima volta su "Extra". Ammetto che la tizia ha una deriva pop preoccupante per i miei gusti, ma in questo pezzo "she rocks!" e parecchio anche.

Chissà perché dopo aver visto la sua esibizione in tv mi sono ricordato delle due ragazze appiccicate al muro nel club di Barcellona, con successive scene di panico nel locale...

Amarcord

Un film di Fellini e un ristorante a Milano. Con lo stesso nome e un'immagine fuori dalla porta di questo angolo gastronomico. Una donna in rosso che ondeggia, una bella mangiata di pesce all'orizzonte. Ho finito tardi, ieri sera, causa uno speciale sul derby da realizzare entro venerdì. Volevo andare a casa, scaricare la stanchezza tra le lenzuola, ma come fai a dire di no a una chiacchierata con un esimio collega?

Il buon giornalista di fronte a me ha la saggezza delle rughe antiche e di una volontà ferrea che gli eventi hanno messo a dura prova. Cammina e parla a fatica, ma è ancora in grado di farsi capire (e apprezzare) molto più di chi non ha a che fare con i suoi rallentamenti. La sua mente è florida di pensieri e di una cultura che guarda al passato, con malinconia. Finiamo vongole e cozze disquisendo del sesso degli angeli e della quotidianità nei suoi aspetti più torbidi. Di lavoro è impossibile non parlare. Per ogni aspetto guadagno qualcosa in esperienza e in tranquillità.

Ci riduciamo a confrontare le rispettive idee sul giansenismo. Ne ridiamo, magari amaramente. Mi paga la cena, sapevo che l'avrebbe fatto e anche che non sarebbe stato possibile opporsi. Lo ringrazio, più per la serata che per aver offerto. Sono sincero. Anche il collega lo è...

La fragilità degli eventi nel mondo musicale mi spinge a riempire ancora il blog


Mi spiace tanto perdere Stefano Rosso, ma so che potrò sempre cantare "Che bello, due amici una chitarra e uno spinello. E una ragazza giusta che ci sta e tutto il resto che importanza ha?".

Al contrario, aver perso Richard Wright lascia un vuoto nella mente tetro e psichedelico come la seconda parte di "Shine on you, crazy diamond". Certe note mi hanno aperto un mondo d'immaginazione che non pensavo nemmeno potesse esistere. Ho scoperto cosa può fare un sintetizzatore, unito a una chitarra, una voce e tante menti lucidamente bacate, che hanno creato "The Wall", "The dark side of the moon", "Wish you were here".

Quando morì Lucio Battisti qualcuno lasciò un biglietto vicino alla sua casa. "Ti canteremo, sempre". Io di Richard Wright non posso cantare nulla, tantomeno suonare perché non so farlo. Posso ascoltarlo, come fanno tutti. So che lo farò finché avrò orecchie, udito e tanta voglia di volare senza alzarmi da terra.

Interrompiamo momentaneamente le trasmissioni per una comunicazione tra fratelli


Facevo ancora le superiori, per cui potete capire quanto potessi sentirmi "Lorenzo" in quel momento. Non perché fossi esattamente così (studiavo quanto lui, ma non chiamavo centomila lire "cento sacchi" e declinavo i casi latini un po' meglio), proprio perché volevo chiudere il più in fretta possibile l'esperienza scolastica. Da allora ho fatto in tempo a iscrivermi all'università e a laurearmi, quindi ero ben lontano dal traguardo.

Era da poco finito "Pippo Chennedy", per me una rivelazione a livello televisivo. Avevo appena scoperto Quelo, Funari, Rocco Barbaro, il D'Alemone e via discorrendo, mi stavo formando politicamente. In una miriade di prime serate smorte, Raidue dell'allora direttore Freccero si permise il lusso di mandare il teatro in prima serata. Lo spettacolo, di Corrado Guzzanti, si chiamava "Millenovecentonovantadieci".

Ricordo bene la sera in cui ho visto la messa in onda, perché è da poco uscito il DVD a rinfrescarmi la memoria. L'ho già regalato ad un amico e consigliato caldamente a un altro.

Occhio, voci di corridoio dicono che tornerà a Primavera su La7. Io attendo...

Dieci anni da narrare l'uno all'altro...


Il 14 settembre del 1998 nasceva un'amicizia. La data è simbolica, scovata sulla rete spulciando tra i calendari scolastici degli anni scorsi. Nessuno sa né il giorno né l'ora esatta in cui il sodalizio ha preso il via.

In tutto questo tempo abbiamo parlato, scherzato, dimenticato, ricordato, vissuto, abbracciato, respirato, dormito, finto, realizzato, mangiato, bevuto, camminato, analizzato, riso, pianto...

Una persona che mi ha visto piangere non ha bisogno di ricordarsi il mio compleanno, mi basta cogliere ogni volta la sua reale disperazione per averlo dimenticato. E riderci su...

Auguri...

W1Z


Seconda uscita stagionale a San Siro, prima in campionato. Torna a casa un vecchio amico, tanti applausi, una bella coreografia. Ma il vero sorriso Walterone me lo regala in mixed zone, al culmine di una serata in cui ho rischiato di rimanere fuori dallo stadio per problemi di accredito.

Zenga, di cui conservo ancora una foto dei vecchi tempi in camera, si ferma ai microfoni del collega di Sportitalia, che aiuto in veste di operatore. Finisce la sua intervista con noi e guarda cinque metri più in là lo stuolo di colleghi nipponici. Prima ancora che la curva giapponese apra bocca ammonisce tutti: "Mercoledì sera gioca Morimoto! Ve lo dico già ora. Mercoledì gioca Morimoto, mi raccomando!".

Stefano, che mi accompagna in questa serata, ride assieme a me. Lo stesso accade ammirando le gesta dell'inviato speciale de "l'Equipe", intento a mandare via mail uno stringato pezzo sul rientrante Vieira, con il giornale ormai in deadline. L'ilarità della scena è in larga parte dovuta al personaggio: basso, cicciottello, ipotricotico e con un facciotto tondo tondo. Una specie di Stanlio con qualche centimetro in meno. Il restante scampolo di comicità è invece riconducibile al pensiero che sfiora sia me che l'amico al mio fianco: a Sprint&Sport ci siamo passati diverse volte. "Alla fine il giornale va in stampa", come insegna il saggio...

Chissà se Planctonboy ha trovato "L'Equipe" stamattina...

Una valida alternativa all'intrattenimento intelligente (alla quale io andrò)


Una serie di 30 fotografie, firmate Monica Silva, per reinterpretare con vena artistica i personaggi dell'Antologia di Spoon River del poeta Edgar Lee Master. E' l'intento della mostra "Life Above All" che si terrà dal 18 settembre al 25 ottobre alla Galleria Mazzoleni di Milano. L'autrice, esperta ritrattista, si ispira ai dagherrotipi ottocenteschi per tratteggiare con un solo scatto la vita e la psicologia dei personaggi di Master. Gli uomini e le donne descritti dal poeta, spesso accomunati da un torbido passato, prendono vita attraverso gli intensi effetti di luce e la funzione emotiva dei colori.

Io quoque...

Il buon Vanaldo mi ha chiesto di iscrivermi a Facebook per un giochino della quale mi sfugge la parte in cui ci si diverte. In questo modo ho scoperto che altre persone da me conosciute sono iscritte a tale strumento di ritrovo (parafrasando la definizione di un caro amico in merito a Flickr, "un modo come un altro per ..." e aggiungete voi il resto).

Tra questi cito, in rigoroso ordine alfabetico:
- (La) Cri
- (La) Checchi
- Genova
- Martino
- Smarties

E altri ne troverò. Io per ora mantengo le mie care terga in codesto loco, dispensando corbellerie dal mio blog. Espierò le mie colpe aggiungendo i link di tali persone nell'apposita colonna, così chi di voi ha facebook si gusterà i profili della gente che mi ronza intorno, per mia somma gioia e fortuna.

Omaggi...

Un giorno, per caso...


Ieri ho preso un caffè con un amico. Discussione confidenziale e una piccola finestra in stile amarcord.

"Te la ricordi la foto che abbiamo fatto in quel locale, quella sera?"

Certo che me la ricordo. Posticino angusto, con una luce fioca a illuminare la terza serata. Una combriccola di amici e conoscenti reduci da un incontro sulla Palestina (c'era lo zampino di Alice, tanto per cambiare). Stanchi, sorridenti. Al naturale, nello scatto, spiazzati dal movimento felino dell'uomo dietro alla macchina fotografica. Un fotogramma talmente a sorpresa che chi l'ha realizzato si è dimenticato di selezionare la funzione "occhi rossi". Io, Federica, Alice, Fra, Alessandro, Roby... e un'altra ragazza di cui non ricordo le generalità, quella di spalle con il golfino blu. Nemmeno Fra ieri si ricordava il suo nome. Però io conosco un tizio che secondo me lo sa...

Mah, chi sarà mai costui...

P.s.: la mia dimostrazione di affetto verso un amico sta nel non aver postato l'ALTRA versione di questa foto, con un'espressione improponibile che distoglie lo sguardo dello spettatore da tutto il resto. Mamma, com'eri venuto male, frati mia...

You might recall


"Or maybe when you're older, and you're thinking back
You might recall
Now did I act carefully, did I do right?
Or were we meant to be, all of our lives
In love and harmony, all of our lives?

So now, take my hand
Come, hold me closely
As near as you can
Believing all that we could be
And all that we have been
And all that we are"


Sì Phil, mi ha richiamato non preoccuparti...