
Sono andato alla presentazione del nuovo presidente della Sparkling Milano: per chi ancora non lo sapesse è Lapo Elkann. L'agenda dell'appuntamento mattutino prevedeva un "breakfast" alle 10.30 e un "light lunch" all'una. Quindi non si presentava un granché bene, non perché caffè e brioches non fossero buoni o per la scarsa qualità dei formaggi, ma proprio per la pessima scelta di chiamare forzatamente tutto in inglese alla presentazione di un signore che si definisce orgogliosamente italiano. Su colazione e pranzo non si può eccepire nulla, proprio per questo si poteva scegliere di chiamarli con il proprio nome. Chiosa sulla foto: ma secondo voi uno che vuole essere moderno, che ha portato sul mercato un marchio che dovrebbe essere una novità (se qualcuno osa chiamarlo "brand" lo divoro), uno attento alle mode, che gira con un'addetta stampa e una curatrice di immagine personale, può presentarsi con degli occhiali che lo fanno sembrare Giacomo Agostini di quarant'anni fa?
2 commenti:
Non serviva che andasse in coma per capire che quel ragazzo aveva dei seri problemi. Bastava guardare il suo guardaroba...
Il problema è che il guardaroba è SUO nel senso più stretto della parola, perché quella linea di occhiali è stata inventata da lui...
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