Biagi, Bortoluzzi, Liedholm...

Un po' come Sarti, Burnich, Facchetti, senza un prosieguo per chi non crede nella reincarnazione. In poche ore sono spariti tre muri portanti, ognuno del proprio tempio, portati via dalla vecchiaia. Mi accorgo sempre più di quanto in Italia non ci sia un ricambio generazionale e purtroppo non si parla solo di giornalismo o di calcio. Certo occupandomi in larga parte di questi due ambiti posso dire che un Biagi, al momento, non c'è e un Liedholm ancora di meno. Bortoluzzi è stato da tempo sostituito nel suo storico ruolo (e alla grande) da Alfredo Provenzali, che un giovinetto non è. Ma dopo? O meglio ora? Chi è il nuovo "Barone"? Chi può, dall'alto del suo carisma, spuntare dal nulla e offuscare un Nereo Rocco? Oppure sfidare un Berlusconi vincendo ai punti, visto che Biagi è riuscito a tornare in tv e Bellachioma non è più il premier (per scaramanzia cercherò di non "scriverlo" troppo forte). Mi viene da sorridere pensando che si è riunito il Gre-No-Li, perché assieme al trio degli svedesi si è riunito un terzetto di italiani: il Bor-Cio-Ame, Bortoluzzi-Ciotti-Ameri. Tre Ciceroni del più grande mezzo di comunicazione della prima metà del Novecento, che hanno reso grande la radio nella seconda metà dello scorso secolo, quando già raccontavano più le tv agli occhi che le radio alle orecchie. Da oggi mi sento un po' meno ciarliero.

1 commento:

Stefano ha detto...

Aspetto con ansia il trenino Berlusconi, Moggi, Ferrara...