Asia, frusciando fra la rete


Per scrivere un post come questo mi servirebbe una casa sul mare, tanto silenzio e un De Andre' d'autore a coprire il rumore del vento. Magari anche una certa predisposizione a scrivere, di cui dispongo a tratti, e un attacco originale con cui invogliare il lettore...

Tre puntini. Tanta di quell'aria sospesa nei polmoni da poterci costruire un aerostato. Tanti sogni da esprimere, che viaggiando, o "frusciando" tra la rete come nell'Asia di Guccini diventano sensazioni condivise da te o da altri. Gli altri, le altre. Gente che non conosci se non dai link scovati nel blog di un amico. Parole che passano leggere e che sembrano quasi tue. Le avrebbero potute scrivere in tanti e quasi quasi mi dispiace di non averle scritte io. Leggere tra le righe delle emozioni altrui è un esercizio che aiuta a comprendere come paure e vittorie siano esattamente le stesse, per me come per molti di noi. Sono le stesse canzoni, gli stessi libri, visti da angolazioni differenti e con una luce che si rifrange attraverso diramazioni più o meno complicate. E' anche questo un modo per innamorarsi della propria vita o di quella misteriosa e fantastica di chi ti sta intorno senza nemmeno saperlo. Captando "l'odore delle sete e della spezia" o il profumo di donna che si disperde tra i rami della primavera.

P.s.: ieri sera, negli ultimi secondi della finale di Eurolega, Zelimir Obradovic ha cacciato un urlo selvaggio per richiamare Ramunas Siskauskas, dicendogli di tirare un bel respiro prima di mettere i due liberi più importanti della stagione. L'ho tirato anch'io prima di scrivere il post. Alla fine il lituano quei due palloni li ha indovinati entrambi e io ho scritto quello che volevo scrivere.

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