Come molti di voi sapranno, le occasioni nelle quali mi sono trovato in accordo con la Curva Nord si contano sulle dita di una mano. L'ultima di queste risale a Inter-Lazio di un mese fa, quando Ibrahimovic rispose in modo ben poco oxfordiano ad alcuni tifosi appostati al primo anello verde. Riporto dal comunicato ufficiale:
"[...] sebbene forse non sarà mai una bandiera, sicuramente ha sempre dato il massimo per i Nostri colori e per questo merita la Nostra stima incondizionata".
Non sottoscrivo pienamente il resto della nota, ma questa parte sì. Proprio ieri, nel giorno in cui Diego Milito ha salutato i tifosi genoani, gli stessi hanno esposto uno striscione che scomodava De Andre' ("E' stato meglio lasciarsi che non esserci mai incontrati"). E' un pensiero che deve accomunarsi con il possibile addio di Ibra, parte della storia dell'Inter in maniera indelebile perché è innegabile quanto questo giocatore abbia influito sulle fortune della squadra nelle ultime tre stagioni. Bisogna entrare nell'ottica per il quale Zanetti è l'eccezione, non la regola. Correvano gli anni Sessanta quando Gigi Riva rifiutò l'Inter per vincere lo scudetto a Cagliari o quando Seeler rimase all'Amburgo nonostante a Milano gli avessero promesso ponti d'oro e certi rifiuti crearono scalpore anche allora. Ibra ha vinto tutto ciò che si può vincere in Italia, Coppa nazionale a parte. E' convinto di poter alzare altrove la Champions', che effettivamente non è terreno di conquista delle formazioni italiane di questi tempi. Il club è obbligato a fare di tutto per convincere lo svedese a restare, perché in cuor nostro tutti sappiamo che si potrà trovare una soluzione al dopo-Ibra, ma nessuno in circolazione è come lui. Se ce la faremo, bene. Altrimenti si volterà pagina, come ha fatto la Juventus tanti anni fa con Zidane o come ha fatto il Milan dopo l'addio di Van Basten. La vita continua e noi siamo ancora i più forti di tutti.
Due piccole annotazioni: se davvero Ibrahimovic dovesse trasferirsi altrove, ribadisco la personale convinzione che non ci sono al momento giocatori con uguali caratteristiche che possano garantire un tale livello di prestazioni con un'adeguata continuità. L'unico nome che mi viene in mente, a parte quel Drogba che Ancelotti non lascerà mai partire, è Karim Benzema, purtroppo reduce da una pessima stagione a Lione. La seconda annotazione riguarda Leonardo, che ha appena dichiarato di ispirarsi al Brasile dell'82. Ricordo vittorie sfolgoranti di quella nazionale, speriamo che ne ricalchi seriamente le orme...
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