Lo stivale è in festa, ma a Roseto c'è altro. La sabbia contornata dalla struttura in ferro non attende star del calcio, bensì del beach volley e quando due settimane fa mi hanno chiamato per questa trasferta ero talmente sicuro che avremmo vinto contro il Siena che alla fine ho accettato di partire. Mi sono lasciato convincere dalla predizione per cui il Parma l'avremmo salvato noi, così come Cuper. Abbiamo affondato entrambi.
Domenica mattina alle 10 sono a far colazione in un quattro stelle, della serie pagato-spesato-riverito. Chiedo all'albergatore se trasmettono la partita: "Spiacente, l'Inter non ce l'abbiamo". Peccato, dovrò cercarmi un posto dove vedere la squadra.
IO: "Sa sono un giornalista, ma soprattutto un tifoso. Sono un po' teso".
LUI: "Eh, anch'io sono interista. Se perdiamo ci prendono per il culo a vita".
IO: "Mi sa di sì..."
Blablablablablablabla... scudetto... blablablablabla... inter... blablablablablabla...
LUI: "Senti un po', facciamo così. A cinque minuti dall'inizio della partita vieni nell'ufficio, che di là ho Sky. Solo che ho un banchetto per un battesimo oggi pomeriggio, per cui non lo deve sapere nessuno. Mi raccomando, che sennò mi invadono l'ufficio..."
Alle quattro in punto c'è la finale della tappa rosetana del Beach Volley World Tour. "Vedrò solo il primo tempo. Meglio di niente". Spacco le palle a chiunque mi capiti a tiro, facendo avvertire il mio nervosismo anche ai granelli di sabbia. Dopo le semifinali del mattino mangio due fette di arrosto e mi lancio in albergo. Ho mezz'ora d'anticipo. Salgo in camera ma non guardo le private, sennò mi innervosisco ancora di più. Scendo, faccio in tempo a vedere Rossi che taglia il traguardo. Secondo successo nerazzurro di giornata, speriamo in bene (la primavera ha perso 3-2 a Parma, ironia della sorte, segnando la seconda rete in pieno recupero e conquistando le finali nazionali grazie al 4-2 dell'andata). Ma se perdiamo noi non passiamo, se non alla storia come la più grande bufala del campionato di calcio.
Me la faccio addosso. Segna Vucinic, non me la faccio più addosso. Ho quasi perso i sensi, trattandosi della Roma la sensazione è appropriata. Maicon la mette fuori, Cesar la mette bene ma non trova Stankovic, Rocchi fischia due volte.
Durante la partita mi chiama chiunque, dalla redazione a un'amica che mi pensa. Il Catania sfiora il gol due volte, a me paiono cinque.
Entra Zlatan e tira tre ciofeche largamente a lato.
La quarta la mette e io dovrei esultare in silenzio per non farmi sentire da quelli fuori che stanno al banchetto, compreso un bambino milanista attaccato alla radiolina che continua a esultare per la Roma campione d'Italia. Ovviamente mi sentono anche in Alaska. Mando quasi a fare in culo un collega che mi chiama per un pezzo in chiave scudetto ("prima vinciamolo, per dio!"). Al secondo gol mi arriva una multa per inquinamento acustico dal Turkmenistan. L'albergatore apre direttamente la porta, tanto è diventato il segreto di Pulcinella.
Un'ora fa dovevo essere alla spiaggia...
Sono stanco. E campione d'Italia.
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4 commenti:
Non è stato facile per nessuno questo scudetto... :)
grande! mi aveva tony di passare a leggere questo post e farmi due grasse risate :-)
grandissimo! ma per chi l'hai scritto il pezzo di beach volley?
il pezzo l'ho scritto per il "giorno"...
Ma chi è "ste"?
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