Revolutionary Road

Ieri sera sono uscito dal cinema senza riuscire a proferire una frase di senso compiuto sulle mie impressioni. Sam Mendes mi ha lasciato un alone di dubbio, tra il piacevole e l'incompreso, tanto da suggerirmi un supplemento di indagine prima di offrire un giudizio. Attraversando via Plinio in gradevole compagnia, con il gelo nella pelle, avvertivo le foglie del bosco sotto i piedi, le stesse che avevo visto calpestare da Kate Winslet mentre correva a testa alta. Io al contrario fissavo ora la strada ora l'orizzonte, cercando una risposta seppur vaga agli input che mi frullavano in testa. Ad alcuni giri di lancetta dalla visione fatico ancora a mettere assieme i puntini, mi accorgo di aver assistito a un film "diesel", che non ti affascina al primo impatto come "American Beauty", ma ti soffoca il fiato con un finale in cui i silenzi si mischiano con l'inquietudine. Pause che ricordano vagamente Kubrik e so bene quanto tutto ciò che mi rimandi a lui meriti un ragionamento.

Il fatto stesso che cerchi di rimettere assieme i cocci di un pensiero dimostra che il film non mi ha lasciato indifferente, altrimenti me ne sarei fregato. Mi spiace solo che la coppia Di Caprio-Winslet avrà meno successo con questo prodotto rispetto a quanto non ne abbia avuto con il Titanic.

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