No mas...tella

Mi dà proprio fastidio vedere la faccia di quest'uomo. Onestamente è una di quelle immagini che possono cambiare in negativo una giornata. Non è un caso che sia un post-democristiano, cattolico fervente, retaggio della prima, seconda, terza e cinquantasettesima repubblica. Perché Mastella ci sarà, sempre. Se non con la sua figura, in quella di qualcun altro. Ad incarnare perfettamente lo spirito della politica italiana del dopoguerra, quella della Repubblica e della Costituzione gestiti in maniera furtiva. Io so, diceva Pasolini. Io so, non ho bisogno di arrivare al terzo grado di giudizio per capire che questo signore è colpevole. Perché lo si capisce da come ha gestito la sua vita politica, danzando tra i banchi delle due coalizioni come solo Pannella è riuscito a fare. Dimenandosi dall'alto dei suoi tre voti in famiglia e del ministero chiesto (e ottenuto) al primissimo vertice di maggioranza. Mastella alla giustizia. Un ossimoro che nemmeno Bossi alle riforme. E in tutto questo continuo a sentire in testa la voce di Schifani che dice che siamo ostaggio della sinistra radicale. In tutto questo mi vengono in mente Rossi e Turigliatto, bistrattati per aver votato contro un provvedimento che andava nella direzione opposta a quanto scritto nel programma dell'Unione. Penso a Di Pietro, messo alle infrastrutture perché alla Giustizia DOVEVA andare Mastella.

Vabbè facciamo che a Di Pietro non ci penso sennò mi viene in mente De Gregorio e m'incazzo anche lì...

Penso a chi auspicava la soluzione del Pd per avere un partito forte e non è riuscito a evitare che fosse un gruppetto parlamentare da nulla a far saltare il banco. Con la nuova riforma elettorale certi problemi non ci saranno, secondo alcuni. Per passarci basterà non far arrivare mai al culmine la Gentiloni, che peraltro è "cattiva" la metà della metà della metà di un quarto rispetto a quanto potrebbe e dovrebbe esserlo nei confronti di Mediaset (chi si ricorda il discorso di Violante alla Camera di qualche anno fa avrà fatto i suoi conti).

Penso anche a chi in queste ore a Ceppaloni mostra la sua solidarietà all'ex ministro, nella speranza di due mozzarelle e una poltrona in più quando la bufera sarà passata. Penso alle telefonate Saccà-Berlusconi, che in sede di elezioni ben pochi ricorderanno. Penso a Vespa, Costanzo, Mentana, Mimun (bella mossa censurare Travaglio, ma anche questo lo ricorderanno in pochi). Fede, Feltri, Giordano, Farina, Merlo, Veneziani, Moncalvo.

Dovrebbero essere colleghi. Lo sono soltanto secondo un albo. Il cui valore è tutto dimostrare.

Penso a Fassino, Veltroni, D'Alema, Bertinotti. Dovrebbero essere ideologicamente dalla mia parte. Lo sono solo nell'immaginario collettivo di chi non va in fondo alle cose.

Penso a Berlusconi, Casini, Cuffaro, Fini, Storace... Tanti, tanti altri. Non dovrebbero essere nulla. Mi sembrano tanto vicini ai componenti del precedente elenco. Mi fanno tanto pensare alla mia voglia di Chiapas.

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