Dopo aver fatto rinviare una partita di calcio a Crotone, la neve ha fatto ritorno in zone dove la sua presenza è più consona alla storia della metereologia. A Crotone (meglio ripeterlo, perché leggendolo la prima volta si pensa a un errore), i fiocchi bianchi non sapevano cosa fossero. Ricordo vagamente mio zio qualche anno fa in Puglia, seduto sulla sua veranda mentre osserva un temporale. Era dicembre, non pioveva dal marzo precedente. L'acqua scendeva a catinelle, ma in assenza di vento si poteva osservare lo spettacolo protetti dalla tettoia senza bagnarsi minimamente. Io, dall'altra parte del cortile, nella casa di mia nonna, capivo lentamente quale processo può muovere uno spettatore a stupirsi di un fenomeno come la pioggia.
Il Nord ti toglie qualcosa da questo punto di vista. Piove talmente tanto che un cielo plumbeo non fa notizia. Il freddo quotidiano di Milano, la naturale predisposizione di chi gira per le strade meneghine a stufarsi di qualsiasi cosa possa rallentare il traffico, tutte cose che ci spingono verso una totale insofferenza per tutto ciò che non è il sole.
A me la pioggia piace, se sono in casa e non devo uscire. E' l'unico momento in cui posso guardarla e basta. In caso contrario, non garba nemmeno a me. La neve ha lo stesso effetto. Solo che se i fiocchi arrivano fino a qui non sono preoccupato per l'ecosistema. Se invece è Crotone a vestirsi di bianco, qualche dubbio mi sovviene...
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1 commento:
In effetti anche la neve meriterebbe una danza propiziatoria tutta sua. E' molto più spettacolare della pioggia.
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