Particolare andaluso


Me lo ricordo, quel giorno a Cordoba. Con un piede fuori uso e la solita voglia di macinare chilometri come solo Bekila. Quasi scalzo, con le infradito nere che avevano attraversato Barcellona, Madrid, Granada, Siviglia, Cadiz. Le stesse che avrebbero portato le mie stanche membra attraverso la pioggia di Lagos, i suoi ristoranti italiani, per poi scendere nelle viscere più interne di Lisbona. Ricordo che alle otto e mezza passai davanti a un orologio elettronico di quelli che abbelliscono le piazze vuote. Il termometro accanto segnava 38 gradi.

Nonostante un dolore lancinante feci tre volte la via principale del centro città, alla ricerca di una birra tipica del posto. Nel locale prescelto c'era soltanto la solita Cruzcampo, con cui gli andalusi sprofondano in quello che vogliono. I tavolini disposti sul marciapiede erano tutti occupati e mi ritrovai ad essere tra i pochissimi clienti del pub seduti all'interno. Visto il freddo di questi giorni è confortante vedermi in maglietta, con il block notes posato sul tavolo, la birra a metà e uno sguardo da deficiente che cerca di sforzarsi di essere naturale.

Molte delle foto che documentano il mio passaggio nella "peninsula" sono state concepite con un autoscatto. Molti non lo immaginerebbero, ma uno foto del genere nasconde un lungo processo prima del click definitivo. Non è la classica diapositiva in cui metti in posa due persone abbracciate e gli ordini di sorridere pochi secondi prima di scattare. E' molto di più. E' immaginare la foto prima di scattarla, trovare un punto d'appoggio per la macchina, scattare una, due, tre volte prima di essere soddisfatti, carpire un particolare in più o in meno che può influenzare il risultato finale.

Nel momento in cui guardai la foto sul display della digitale non mi accorsi di un particolare. Il portatovaglioli in alto a sinistra, che senza la prospettiva sarebbe più in basso rispetto a me. Sulla parte rivolta verso l'obiettivo si nota distintamente il riflesso di una signora seduta al bancone. Inizialmente la scoperta non mi fece né caldo né freddo. Adesso ci ripenso e sono quasi contento dell'involontaria inclusione. E' una specie di simbolo dell'allegria anagraficamente trasversale dell'Andalusia. A Milano non vedo gente ai pub sopra i sessanta da qualche secolo. In Irlanda, ad esempio, ce ne sono a bizzeffe. Di quelli che ti trattengono per un braccio se vedono che ti stai alzando per andare via, mentre sul palco all'angolo della sala qualcuno sfodera un repertorio di canzoni popolari che invogliano all'ubriachezza.

Sarà che finché c'è Prosperini in giro si può dimostrare che la demenza non deriva per forza dal tasso alcolico...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Eri a Cordoba e la loro birra preferita è la Cruz campo....
Non si può non pensare alla Beneamata.
Tony

Anonimo ha detto...

Con quell'espressione un po' così...che hai solo quando Fra ti parla delle sue donne ghgh...bravo ciccio,scrivi sempre cose molto sensate.
Robi