L'impresa è trovarla, quest'isola in mezzo all'Isola. Quando ci sei trovi un paio di sorrisi conosciuti che ti aspettano, se ti chiami Mattia Todisco e hai già visto questo spettacolo. Anche solo a metà, qualche mese prima, senza il sipario ad annunciarti che lo spettacolo è concluso (abbiamo capito che era la fine perché Irene ha detto "Grazie"). Stavolta si sono ingegnati, non vi dico come così avete un motivo per vedere le prossime repliche. Potrei darvene tanti: dall'autore, un amico. All'attrice, un'amica. Visto che ci conosciamo e mi volete bene, se stanno simpatici a me lo saranno anche per voi.
Non è questione di simpatia, in realtà. E' semplice, puro, appassionato e squattrinato teatro di chi il palcoscenico lo vive di mestiere. Non credo di aver espresso a pieno, presso i protagonisti, la felicità per aver visto la realizzazione del progetto. Purtroppo il tema mi colpiva particolarmente, avendo vissuto qualcosa di simile non troppo tempo fa sulla pelle di un consanguineo e forse non mi sono goduto la serata. Passerò di nuovo dalla parte della platea alla prossima messinscena, perché mi fa piacere rivedere chi vive la vita facendo ciò che desidera. Io seguo la stessa linea di pensiero, sebbene in altre direzioni. Ogni tanto incrociamo le vie.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento