Siamo al ridicolo e ce ne rendiamo conto
Prendiamo due concetti: l'assurdo e lo Stato. In questo momento, considerando l'Italia, abbiamo una coincidenza perfetta. L'assurdo è lo Stato, c'è un tempo verbale nel mezzo della frase, non una congiunzione. Lo vediamo nell'informazione in quanto essenza più pura delle minchiate che riusciamo a produrre, perché invece di prostrarci ai piedi di chi fa giornalismo in tv con un criterio, andiamo a santificare chi non lo fa. Per questo Bruno Vespa si permette di attaccare Santoro, per lo stesso motivo viene sospeso Vauro (hanno avuto l'effetto opposto, visto che domani si beccano Sabina Guzzanti). Dobbiamo tornare al concetto di satira nella concezione più vicina a Petronio. Tempo fa Landolfi, allora presidente della Commissione di Vigilanza Rai in quota An, disse che "la satira deve deformare, non informare". Gli rispose Daniele Luttazzi in un suo spettacolo, che guarda caso si chiamava proprio "Satyricon", sottolineando che la stessa satira "deforma, informa e fa quel cazzo che le pare" ed è questo che bisogna portare alla luce. Chi si scaglia contro Vauro pensando che abbia voluto offendere i morti del terremoto in Abruzzo sa bene quanto tale posizione sia falsa, perché conosce il soggetto e soprattutto i tratti del suo lavoro, sempre sul filo del rasoio quanto a provocazioni. Non possiamo e nemmeno dobbiamo essere così coglioni da pensare che lorsignori siano degli sprovveduti. Sono provvisti eccome di materia grigia e la usano per allontanare dal piccolo schermo chi può essere di contrasto. Una risata li seppellirà? Per ora non ancora ed è per questo che qualcuno s'incazza. Per fortuna.
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2 commenti:
Questo è il tipico tuo post (come un po' anche il precedente) che mi sembra tu metta solo per farmi uscire dalle pietre sotto le quali sverno...
Anche a me non piace Vespa, ma mica chiedo che sia mandato a casa. Non ti piace? Cambia canale.
E onestamente, a chi rompe per queste cose,mi viene da dire: la sera, ogni tanto, esci, leggiti un libro, vai a teatro, fai una passeggiata, ascoltati della musica, invita una ragazza a ballare, guarda i volti delle persone che ti stanno vicino, fai delle domande a cui tieni davvero.
No?
Chiedo troppo?
Infatti io domani vado a teatro. E anche tu, se non sbaglio (non mi dire che vai sabato, sai bene che c'è qualcos'altro da vedere...)
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