Senza giocare, vinciamo senza giocare...
Stare dalla parte di Josè Mourinho vuol dire condividerne il pensiero, anche quando porta tutto all'esasperazione. Quando dice che Udinese-Milan è una partita importante solo per le due squadre in campo, aiutando anche il sottoscritto a guardare l'anticipo del Friuli con grande tranquillità. Tanta da assistere all'incontro mentre navigo su Facebook, incontrando compagni di fede per programmare l'eventuale esodo all'ombra della Madonnina. La festa si fa e si fa già sabato sera. Da Lotto al Duomo, dal Duomo a Cairoli. La marea nerazzurra è più inarrestabile di un contropiede sull'asse Cambiasso-Maicon-Ibra, il popolo è in visibilio. Mi sento parte di un tripudio. Chiudo la festa esausto, camminando per via Torino, prima di attraversare la città in tre in una Smart. E quando Mauro lascia me e Ally alle nostre macchine e al solitario ritorno a casa, verso la strada che porta alla redazione trovo ancora la volontà di urlare da solo, sventolando la maglietta celebrativa del tricolore fuori dal finestrino. Mi si congela il braccio, mi si scalda il cuore. Campioni d'Italia.
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