Quanto tempo, quanto tempo...

Ho delle pause più lunghe del solito da quando mi sbatto con una certa assiduità. Non è la prima volta che mi succede di essere assorbito dal binomio lavoro-birra con gli amici. Tanto da non riuscire a fare null'altro, tornare a casa se ne avessi voglia o scrivere per ragioni diverse da quelle per cui mi pagano. Ma se la missione è "meno tempo per pensare meno", la riuscita è totale. Soprattutto se poi, come accaduto ieri, la birra, il locale, gli amici sono prescelti (sul pub ho delegato, ma avevo contatti fidati). Credo che la riuscita di una serata dipenda da vari fattori e che tirando le somme al termine di un incontro si debbano valutare i piccoli dettagli. Uno, già esposto ai presenti ieri sera, è la necessità di guardare l'orologio. Io ieri non ho visto il quadrante dalle ore 22.30 (orario in cui, con un giro completo della lancetta piccola di ritardo, mi sono presentato al Mulligan's) fino alle 2 am circa. All'uscita, l'unica cosa che non abbiamo fatto in tre, oltre all'amore, è fumarci una sigaretta, per il semplice motivo che i tabagisti erano solo due. Io ogni tanto mi concedo altri vizi, magari se proprio sono incazzato ne chiedo umilmente una per uso occasionale, ma ieri non avevo nulla di cui essere incazzato. Ho passato la mia giornata tra il lavoro, un salto da un amico (pari e patta a Raw, grande prova del Becchino in un first blood con la Rated R!), una cena al messicano con tanto di discussione politica da cui ho fatto fatica a liberarmi e le tre birre con cui mi sono abbandonato al sonno una volta tornato a casa. Per avere le palle girate avrei dovuto incontrare per strada Mastella, che fortunatamente non bazzica certe zone.

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