Is there anybody out there?

Mi sto facendo le stesse domande che formulai a me stesso qualche anno fa. Non ricordo nemmeno quanti, così su due piedi. Ho vaghe reminiscenze su quanto accadde, in quello che è stato il momento più strambo della mia gioventù. So che lasciai perdere quanto era in mio possesso, o poco distante, dopo averlo rincorso con sicurezza da maratoneta navigato. Mollai come Dorando Petri, a pochi metri dal traguardo e nessuno mi venne a sorreggere per farmi capire che stavo bloccando un processo sul quale sarei tornato. Adesso che sono qui, di nuovo a confronto con pulsioni da registrare, con l'impressione che gli orologi di "Time" abbiano suonato la sveglia troppo tardi per rendere le cose semplici.

Mi rivedo nel folle scapigliato di "The Wall", che prova a scalare un muro senza che ci siano spazi tra un mattone e l'altro nei quali appoggiare piedi e mani, con il punto più alta della barriera che nemmeno si vede. Si chiede, con gli occhi sbarrati, "Is there anybody out there?" e la risposta è il suono della chitarra, coadiuvato in pochi istanti da un fioco violino.

L'ho sempre detto e lo ripeto: niente aiuta a capire come la musica...

2 commenti:

irene ha detto...

incoraggiamentismi dal fronte di Chi Si Chiede Tutti I Giorni Se è Davvero Questa La Sua Missione:

"Chi segue la via della bellezza deve astrarsi da questa dittatura culturale e raggiungere quella terra di nessuno dove tutto è nuovo e sconosciuto. ... Deve imparare di nuovo, senza timori o esitazioni, a essere se stesso.

In questo modo egli riesce a percepire con più attenzione colori o linee, suoni o spazi; coglie sentimenti e sensazioni non codificati dalla versione ufficiale dell'anima.

Scott Fitzgerald dice proprio queste cose: lo scrittore è chi trova in sé ciò che nessun altro ha osato dire. E in questa maniera aumenta le possibilità della vita umana. MA una voce ingannevole [(!!)] dentro di lui lo ammonisce: ciò che più è tuo, meno è d'interesse generale.
Ciò che ha pensato di buttar via o che troppo spesso ha buttato via era proprio la grazia salvifica che gli era stata accordata.

O Gauguin: ...Sono lontano, molto lontano, da quelle prigioni che sono le case europee.

Thomas Traherne, il poeta e mistico vissuto nell'inghilterra del seicento, ci ha lasciato le descrizioni di quando le pietre polverose della strada erano preziose come l'oro, i vecchi sembravano cherubini immortali, i ragazzi che giocavano apparivano come gioielli in movimento e l'eternità era ovunque presente. Allora vedeva il mondo come uno specchio di infinita bellezza. Poi questa luce venne eclissata. Da che cosa? La sua risposta è: dalle abitudini della gente, da una quantità di cose volgari e irrilevanti, dai desideri errati, da un'educazione sbagliata... 'e i cieli, il sole, e le stelle scomparvero e non furono per me più che muri nudi'"

...ad ogni modo: quando i dubbi e l'insensatezza si fanno più densi, è lì che bisogna abbassare la testa e andare come tori: vuol dire che si è sulla strada giusta.

Mattia Todisco ha detto...

Grazie Irene, la mia salvezza è che SO di essere sulla strada giusta. Però sentirmelo dire non fa male...