Eccheppalle...

Alla ventimilionesima chiusura di un programma di Luttazzi, si spera almeno che al buon Daniele regalino un tostapane per il ragguardevole traguardo raggiunto. Già il fatto che fosse confinato in tarda serata (qualcuno ha giustamente asserito che in quella fascia ci vanno i porno) faceva presagire che la trasmissione non sarebbe stata per i fanatici del politically correct. Orario a parte, niente con Luttazzi lo è, punto che i direttoroni di La7 non hanno scoperto ieri. Sapevano tutto, sapevano tutti. Questo è Luttazzi. Se lo prendi sotto la tua ala te lo tieni, sennò non lo chiami proprio. Sedurlo e abbandonarlo dopo qualche settimana vuol dire equipararsi ai Landolfi di turno. Qualcuno non ha capito che, in un'emittente come La7, che dà spazio agli scarti "buoni" delle altre tv come Crozza, Paolini, volendo anche la Bignardi se non fosse per quell'intervista a Dell'Utri (Dariona che mi combini), in tutto questo poutpourri di personaggi ignorati dalle tv generaliste, l'anomalia non è Luttazzi, è Ferrara. A Berlusconi uno come "Giulianone" serve, perché gli permette di avere un punto di riferimento anche in un'emittente anarchica per la restante programmazione. Ce l'ha lì tutti i giorni, con il salvagente Armeni che fa da contraltare di sinistra senza essere tale (eloquente la battuta di Travaglio sul fatto che in "Otto e mezzo" Ritanna fa la parte del mezzo). I professoroni adesso si accalcano per definire una linea di rottura tra la satira e l'offesa, che secondo lor signori è stata valicata. Andassero a leggersi Petronio, i professori. Era tanti anni fa, lo so. Ma forse lo era anche la satira.

5 commenti:

Stefano ha detto...

Difficile non concordare. I fiori all'occhiello a volte schizzano merda e bisogna stare al gioco.

Bella intanto l'intervista di Luttazzi al Manifesto di oggi.

Rimane il fatto che questi episodi stanno segnando la carriera artistica del nostro. E' brutto dirlo, ma prima degli editti Daniele era un comico diverso. Molto diverso.

Mattia Todisco ha detto...

Pianto ero sicuro che avresti commentato questo post...

Non ho letto l'intervista, magari provo a recuperarla dal web. Però il post lasciato sul suo blog è emblematico di una situazione... come la vogliamo definire? strana?

Stefano ha detto...

E' una situazione di silenziosa pena per me.
Non sai quanta roba vorrei scrivere. Ad ogni modo io sono assolutamente d'accordo con te. Non lo scoprono oggi a la7 Daniele. Lui ha quel tipo di monologhi: prendere o lasciare.

E poi non sono andati a teatro a vederei suoi spettacoli? Quella battuta lui l'aveva già portata a teatro.

Ultima cosa. Daniele chiede totale libertà. Che è una cosa davvero rara nel mondo dello spettacolo. Orson Welles, tanto per dire, l'ebbe solo per "Quinto potere".
Lui fa benissimo a perseguirla, perché quando gliela lasciano fa cose pregevoli. Ma sarebbe bellissimo se comprendesse che A VOLTE anche quando non ce l'aveva ha fatto cose eccezionali. Un esempio: i due a "Mai dire gol".
E lo dico, giuro, col cuore in mano. Tu credi che mi ascolterebbe davvero?...
(sospirone)

Anonimo ha detto...

So che siamo alle sottigliezze, ma anche scegliere di sottostare a certe regole (vedi mai dire goal) è una libertà. Se sul contratto c'è scritto "totale libertà", deve essere "totale libertà"...

Sì lo so, sono un pignolo...

Stefano ha detto...

Ma sono d'accordo con te Todo.
E "totale libertà" doveva essere.

(Se poi Giulianone voleva agire legalmente, se la sarebbero risolta davanti ai giudici.)

Solo vorrei che Daniele potesse lavorare in pace senza dover ogni tre per due star qui a parlare di censura, di satira, della rava e della fava...
Come hai scritto te: "Eccheppalle..."