P.s.: non c'entra niente, ma ho cambiato il video di Guzzanti. Lui c'è ancora, le vesti sono diverse...
Le MIE squadre
Post per alcuni, non per tutti. Solo per quelli che amano certi sport. E' infatti una stagione assolutamente positiva per il Todisco tifoso, soprattutto guardando agli sport d'oltreoceano. Soprassediamo sull'Inter (c'è il sito apposito) e sull'Olimpia (non c'è il sito, ma stanno facendo oltremodo pena). Passo invece in rassegna le due squadre made in Usa, perché le loro fortune o sfighe sembrano andare di pari passo. Era infatti il 1995 quando gli Orlando Magic raggiungevano, guidati da Shaq e Penny, l'unica finale Nba della propria storia, chiusa con una sconfitta contro i Rockets di Hakeem The Dream e Clyde The Glide. Nello stesso anno, i Cowboys si aggiudicavano l'ultimo dei cinque SuperBowl attualmente in bacheca. Dopo quegli exploit, il vuoto. Adesso, la rinascita. Entrambe le squadre sono uscite di scena lo scorso anno al primo atto della post-season, dopo anni nei quali la stagione regolare sanciva anche il termine della stagione per le due franchigie. Stesso destino, diversi scenari, perché se i Magic sono stati sconfitti 4-0 dai più forti Pistons, Dallas ha mancato la vittoria nella wild card contro Seattle con un grossolano errore di Tony Romo, che non è riuscito a bloccare un pallone per il comodo field goal del sorpasso. La situazione, nella stagione in corso, è un po' più "simpatica", come direbbe Moratti.
-ORLANDO: alcuni definiscono la formazione di coach Van Gundy ancora un fuoco di paglia. Sarà, ma è comunque una striscia più lunga rispetto allo scorso anno, quella che Howard e compagni hanno messo a segno in queste prime battute di Nba. Quindici vittorie, quattro sole sconfitte, unica squadra assieme ai Cavs di Lebron a interrompere la serie vincente dei Boston Celtics. Solo Detroit, San Antonio e Phoenix (due volte) sono riusciti a sconfiggere i Magic. Stan Van Gundy ha costruito una macchina molto ben oliata nei meccanismi su entrambi i lati del campo, con un Dwight Howard eccezionale, in grado di sostenere da solo il peso dell'intero reparto lunghi. Bene anche Rashard Lewis, coperto d'oro dal gm Otis Smith e capace di rendere pericolosissima Orlando sul perimetro, sfruttando gli scarichi del compagno ma anche andando a cercare gloria in solitario sugli isolamenti. Benissimo Turkoglu, che ha beneficiato come nessun altro della vicinanza di Lewis e al quale Van Gundy ha affidato spesso il pallone anche nei momenti chiave dei match. Con il duttile Bogans e un Jameer Nelson tornato quasi ai livelli di un tempo, il quintetto è fatto. Per ora, nonostante minutaggi molto alti, i cinque stanno tenendo botta ma è chiaro che il vero problema dei Magic saranno le rotazioni. Per cautelarsi, Smith ha ceduto Ariza a LA assicurandosi le prestazioni di Evans e Cook. Sarebbe bello poter ammirare anche JJ Redick con una certa continuità, ma i problemi fisici del ragazzo di Duke non sembrano avere fine e il sospetto di essere di fronte a un nuovo caso Grant Hill è più che fondato. Speriamo di no, intanto godiamoci questi Magic, figli lontani di Shaq e Penny, capaci anche ieri notte di vincere contro una squadra reduce da sei successi consecutivi (i Warriors di Belinelli, ancora in abiti civili). E c'è ancora spazio salariale, per cui l'anno prossimo prepariamoci a un nuovo colpo...
-DALLAS: negli ultimi anni avevo quasi smesso di seguire la Nfl. Ho ricominciato in parte la scorsa stagione, ma Drew Bledsoe non era il migliore degli spot per gente in cerca della propria identità da tifoso. A metà campionato è subentrato Tony Romo e tutto è cambiato. Personalità, un braccio straordinario, tanta inventiva, Romo ha ridato lustro al ruolo di quarterback a Dallas dopo alcune parentesi non pienamente convincenti e avvalendosi di Terrell Owens ha portato i Cowboys fino alla wild card. Poi il maledetto errore nelle battute conclusive della sfida contro Seattle e una nuova stagione piena di dubbi. Proprio a un giocatore di Orlando, giusto per allacciarmi al punto precedente, è capitato di non riprendersi più da un grave errore in una partita decisiva. Nick Anderson, l'uomo che aveva fermato Jordan e Miller nei playoff, diventò "Nick The Brick" dopo aver sbagliato quattro liberi in fila in gara 1 delle finali Nba contro Houston, sfida vinta dai Rockets e vero punto di svolta sia per l'esito delle finali stesse che per la carriera di Anderson, in forte ribasso negli anni a seguire. Romo, al contrario, si è ripresentato in questa stagione in forma smagliante e ha preso per mano Terrell Owens, potenzialmente il ricevitore più forte della lega, riportandolo alle statistiche di qualche anno fa. I due formano, assieme a Brady e Moss di New England, il miglior asse quarterback-ricevitore della Nfl: Romo ha siglato 33 td pass, 14 per il solo Owens, a caccia del record stabilito dal leggendario Jerry Rice (19 td in una sola stagione). A completare la squadra offensiva dei texani Marion Barber, 7 td e 796 yards corse in stagione, e Jason Witten, tight end con una grande capacità di ricezione. Il tutto con Terry Glenn in lista infortunati dall'inizio della stagione. Per ora i Patriots sembrano ancora un gradino più in alto, non è un caso che l'unica sconfitta stagionale di Dallas sia arrivata proprio contro New England, unica imbattuta della Nfl. Le due formazioni potrebbero incontrarsi al SuperBowl, vista anche l'ultima vittoria dei Cowboys contro Green Bay (se da qui alla fine non perdono, Romo e compagni giocheranno tutti i playoff con il fattore campo a favore). Sognare non costa nulla.
P.s.: non c'entra niente, ma ho cambiato il video di Guzzanti. Lui c'è ancora, le vesti sono diverse...
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